Napoli, si fulminano i neon: i bimbi fanno lezione nei corridoi della scuola

Napoli, si fulminano i neon: i bimbi fanno lezione nei corridoi della scuola
I neon non funzionano, la classe è al buio e la maestra decide di fare lezioni in corridoio. Questa la nuova “storia triste” del 63simo circolo didattico Andrea...

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I neon non funzionano, la classe è al buio e la maestra decide di fare lezioni in corridoio. Questa la nuova “storia triste” del 63simo circolo didattico Andrea Doria a Fuorigrotta, dove un insegnante ha deciso di spostare banchi e sedie nel bel mezzo del corridoio per continuare la lezione. Una decisione che – a quanto testimoniano i genitori dei piccoli alunni – sarebbe stata presa in seguito alle ripetute segnalazioni di mancanza di illuminazione all’interno dell’aula. Una classe in cui da tempo nessuno dei tre neon è in funzione e dove le lezioni venivano svolte al buio.


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«È da tempo – afferma il rappresentante d’istituto Romolo Piscitelli – che le cose vanno avanti così. Stamattina ho accompagnato mia figlia a scuola e mi sono accorto di questa classe nel bel mezzo del corridoio. Ho parlato con la maestra e mi sono reso conto che il problema va avanti da una settimana e che l’aula non è adatta alle lezioni, siccome è perennemente al buio. Bisogna dire che la dirigente ha reclamato e chiesto la sostituzione delle luci, ma è altrettanto vero che non si può aspettare l’intervento del comune. Queste cose possono essere fatte anche in autonomia. Dopo le tensioni dei mesi scorsi le cose non sono migliorate. Ci sono anche altri neon in giro per l’istituto che lampeggiano da tempo e preannunciano altri guasti. I termosifoni funzionano a fasi alterne ed i bambini – in alcuni casi – sono costretti a rimanere con i giubbini sulle spalle. A questo punto le cose vanno riviste subito perché il diritto allo studio ed alla dignità è stato oltraggiato».

Nonostante i fatti, non è stato ancora possibile ricevere informazioni dalla dirigente della scuola che a quanto pare, ha chiesto spiegazioni all’insegnante attraverso un documento ufficiale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino