Napoli, soldi falsi all'ombra del Vesuvio: sequestrati 36 milioni nella stamperia clandestina

Napoli, soldi falsi all'ombra del Vesuvio: sequestrati 36 milioni nella stamperia clandestina
Trentasei milioni di euro falsi scoperti in una stamperia clandestina nel Napoletano, con due falsari sorpresi e arrestati mentre riproducevano le banconote. È il bilancio...

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Trentasei milioni di euro falsi scoperti in una stamperia clandestina nel Napoletano, con due falsari sorpresi e arrestati mentre riproducevano le banconote. È il bilancio dell'operazione contro la contraffazione monetaria realizzata dalla Guardia di Finanza - nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e nucleo speciale di polizia valutaria di Roma - l'ennesima avvenuta in provincia di Napoli, che si conferma come il territorio di maggiore produzione di euro falsi in Europa e oltre.


L'indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, che già negli ultimi anni ha assestato duri colpi al business della falsificazione di denaro; il 21 aprile del 2017 la Procura fece arrestare dal Gip 19 persone facenti parte del cosiddetto «Napoli Group», un cartello di falsari che si appoggiavano a stamperie ubicate a Frattaminore e Casavatore, ritenuto responsabile, fece sapere allora il procuratore Francesco Greco, del 73% delle contraffazioni di euro in Italia, e addirittura del 79% a livello mondiale; l'operazione fu chiamata «La banda degli onesti», in omaggio al celeberrimo film in cui Totò e Peppino De Filippo si improvvisavano stampatori di banconote fatte in casa.
 
​Un pizzico di ironia laddove c'era però poco da ridere, essendo il business della contraffazione monetaria molto remunerativo per le organizzazioni criminali. Le indagini e i controlli da allora sono proseguiti, e ancora una volta nell'hinterland napoletano, in particolare nella zona industriale di Pomigliano d'Arco, è saltata fuori una stamperia clandestina, che era stata realizzata in un immobile dove veniva lavorata e commercializzata la carne di suino; al piano terra c'erano alcuni locali, che il titolare dell'attività di produzione di carni aveva fittato da una società di leasing (risultata estranea all'indagine), e dove i due falsari, come novelli Totò e Peppino, lavoravano di gran lena producendo parecchi migliaia di euro falsi al giorno.


I finanzieri hanno iniziato a tenere sotto stretta osservazione l'immobile quando hanno notato il via vai continuo di macchinari pesanti. È così scattato il blitz, cui hanno preso parte anche i finanzieri del servizio aereo e i baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego di Napoli; i due falsari di 36 e 37 anni, residenti a Casoria e Napoli, intenti a produrre banconote false del taglio di 50 euro, hanno provato a fuggire ma sono stati fermati prontamente e ammanettati. All'esito della perquisizione dell'immobile, i militari della Fiamme Gialle hanno poi rinvenuto 36 milioni di euro falsi, di pregevole fattura; è molto probabile che potessero effettivamente ingannare gli ignari possessori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino