Ultimo atto del braccio di ferro tra l'Asl Napoli 1 e gli sfollati del complesso degli Incurabili. Dei circa settanta inquilini sfrattati lo scorso mese di aprile a seguito...
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Sono già state numerose le proroghe concesse ai residenti. La maggior parte nel corso dei mesi hanno trovato casa altrove mentre all'interno dell'hotel sono rimasti anziani, invalidi e nuclei familiari con situazioni economiche decisamente precarie. Gli sfollati hanno chiesto all'Asl una ulteriore proroga di venti giorni, proprio per permettere a chi ha trovato casa in queste ultime ore di ottenere gli allacci all'energia elettrica e all'acqua ma, stando a quanto riferiscono i cittadini, l'azienda guidata da Ciro Verdoliva non intende impegnarsi ulteriormente.
«Noi non chiediamo di restare qui in eterno - spiega Laura Bocchetti, portavoce degli sfollati - chiediamo solo una ulteriore proroga perchè per molti di noi non è stato possibile trovare un alloggio decente in poco tempo. Anche chi lo ha trovato deve aspettare i tempi tecnici necessari per l'allaccio delle utenze, non si può pensare di mettere in mezzo a una strada anziani invalidi e bambini, e mandarci in case che non hanno ancora ne luce ne acqua. Ci hanno risposto che non è possibile è che dobbiamo lasciare le camere d'albergo. Subito dopo pranzo - racconta - abbiamo tentato di rientrare nelle camere dove ci sono i nostri effetti personali ma gli addetti della struttura non volevano nemmeno darci le chiavi. Abbiamo dovuto discutere a lungo per poter rientrare, ma di qui non intendiamo allontanarci più. Siamo in pochi - continua ancora Laura Bocchetti - per l'Asl sarebbe un esborso economico veramente minimo a fronte della pioggia di milioni di euro arrivata per il recupero degli Incurabili».
Una questione infinita quella che vede opposti gli ultimi sfollati rimasti e l'Asl. Dopo una serie di riunioni-fiume e dopo le lunghe proteste dei cittadini l'azienda sanitaria ha stabilito un contributo di 450 euro a famiglia per l'affitto di un alloggio. L'erogazione dell'importo, però, è subordinato all'Isee delle singole famiglie che dovranno dimostrare di trovarsi in condizioni d'indigenza tali da necessitare di un supporto economico. Sul tavolo di discussione, inoltre, il costo da sostenere per il trasloco dei mobili dagli appartamenti che sono stati sgomberati.
«Ci promisero che avrebbero provveduto alle spese di trasporto dei mobili e allo stoccaggio in luoghi al riparo da muffa e umidità - prosegue Laura Bocchetti - ma poi è emerso che questa spesa la dobbiamo sostenere noi, per poi essere rimborsati successivamente. Conditio sine qua non è il ricorso da parte nostra a ditte specializzate e certificate. Alcune ditte specializzate ci hanno chiesto dai 5000 ai 7000 euro per il trasloco. Una somma che nessuno di noi può permettersi. Quindi siamo in una ulteriore fase di stallo».
I residenti del Complesso degli Incurabili, infine, puntano il dito contro l'azienda sanitaria che non avrebbe garantito il supporto psicologico necessario nonostante i numerosi annunci in tal senso da parte del supermanager Ciro Verdoliva. «Dicono che hanno una task force per garantire le nostre necessità in caso d'emergenza - l'affondo della portavoce dei residenti - ma a parte un medico dell'Asl qui non abbiamo mai visto nessuno. Nemmeno in questi minuti così concitati, dove si gioca il destino delle nostre famiglie, si sono degnati di venirci ad ascoltare o a darci un supporto di qualsiasi tipo. Siamo abbandonati - conclude - ma abbiamo già detto a chi stamattina è venuto ad intimarci di andare via che non siamo in nessun caso intenzionati a farci mettere in mezzo a una strada».
Dal canto suo, la struttura commissariale precisa di aver sin da subito garantito a proprie esclusive spese una soluzione alberghiera, provvisoria e alternativa, per assicurare “un tetto” ai nuclei sfollati, sollecitando il Comune di Napoli e l’Ufficio Territoriale del Governo (con note reiterate dell’11 aprile, del 13 aprile e del 16 aprile) a indire una riunione urgentissima per illustrare le difficoltà amministrative per dar seguito alla sistemazione alberghiera degli sfollati. Tutto questo nonostante in molti casi non vi fosse, o non vi fosse chiarezza, rispetto al titolo abitativo a supporto dell’occupazione dell’immobile sgomberato.
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Il Mattino