Napoli, sgombero del palazzo pericolante: l'allarme dei residenti

Via Cisterna dell'Olio
Domani mattina è previsto lo sgombero del palazzo di via Cisterna dell'Olio 10, considerato inagibile secondo perizie datate ormai diversi anni. Gli abitanti contestano...

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Domani mattina è previsto lo sgombero del palazzo di via Cisterna dell'Olio 10, considerato inagibile secondo perizie datate ormai diversi anni. Gli abitanti contestano la dichiarazione di inagibilità e in una nota firmata «Campagna per il diritto all'abitare» lanciano il loro allarme.

«Noi non ci esprimiamo su questo - spiegano - perché non conosciamo i rilievi documentali, ci limitiamo a notare che gli anni passati testimoniano che forse nemmeno l'amministrazione comunale ha creduto fino in fondo al pericolo. Il punto però secondo noi è un altro: l'amministrazione comunale, che programma da lungo tempo questo sgombero, ha preparato un piano di accoglienza credibile per le famiglie più vulnerabili che vivono nel palazzo e che si troveranno in totale emergenza abitativa? O li metteranno semplicemente in strada con malati e minori annessi? I servizi sociali hanno preparato relazioni recenti e sollecitato soluzioni o hanno guardato a tutta questa vicenda da Marte. Facciamo solo l'esempio della famiglia che in passato abbiamo seguito come sportello per l'abitare. Quella di Filippo Tuccillo e sua moglie Cinzia: otto persone, una diagnosi di obesità di terzo grado e di depressione bipolare per Filippo, operato al cuore alcuni anni fa, una malattia invalidante alla gamba per la moglie, tre figli, tra cui uno nato senza tiroide e una figlia separata che gli ha dato a sua volta quattro nipoti minorenni. Tutti conviventi a via Cisterna dell'Olio. Uno dei bambini, quattro anni, ha una diagnosi di epilessia. Il reddito certificato bassissimo (sotto i tremila euro Isee) che si basa praticamente solo sul contributo sempre più precario del Rdc. Questa famiglia ad oggi ci ha comunicato la sua totale disperazione per quel che accadrà domattina».

«Tre anni fa - prosegue la nota - invece di nascondersi dietro le carte (Filippo ha un'importante morosità sull'indennità di occupazione, dovuta ovviamente alla sua povertà ma anche al fatto che l'amministrazione gli inviava un bollettino di indennità di quasi mille euro al mese mentre invece viveva praticamente in una grotta) gli fu almeno assegnato un bene sequestrato alla criminalità organizzata. Ma la famiglia che aveva accettato la destinazione non potè mai entrare perchè la casa e in particolare i bagni risultarono sfondati e inabitabili».

«Ora cosa accadrà - ci si chiede -. Davvero l'amministrazione comunale può pensare che il dramma di chi finisce in strada, a maggior ragione se in un'operazione condotta direttamente (con tutte le buone ragioni che si vogliono) non la riguardi mai!? La città e non solo noi dovrebbe attendere delle risposte a queste domande». 

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Il Mattino