È stato convalidato il fermo dei nove uomini della banad del buco che nelle ultime settimane hanno colpito in diversi punti di Chiaia. Restano così in cella Gennaro...
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L’indagine è nata dal tentativo di rapina commesso il 27 febbraio 2019 a un ufficio postale di corso Vittorio Emanuele con la ”tecnica del buco”. In quel caso sono stati acquisiti importanti elementi investigativi che hanno consentito di individuare alcuni soggetti dediti alle rapine a istituti bancari ed attività commerciali.
Con le indagini è stata individuata strutturata organizzazione criminale in cui era stati assegnati precisi ruoli. A capo della banda c'erano Lucente e Panaccio, che avevano il compito di individuare gli obiettivi da colpire e gestire la fase operativa delle singole azioni criminali, impartendo disposizioni ed assegnando compiti ai diversi associati. Prinno e Caso erano gli esecutori materiali delle rapina. Gli altri arrestati invece avevano mansioni secondarie: scavatori dei cunicoli, “pali”, procacciatori di base logistiche.
La banda aveva agito nella tentata rapina commessa il 27 febbraio 2019 all'ufficio postale di corso Vittorio Emanuele, quando il tunnel scavato era arrivato a poche decine di centimetri dai locali e è riuscita nella rapina del 12 aprile 2019 a un tabaccaio in piazza Nicola Amore quando era stata scassinata la cassaforte a muro contenente valori bollati ed effetti cambiari in bianco del Poligrafico dello Stato.
Sempre la stessa banda ha agito il 15 maggio 2019 nell'ufficio postale di via Bellini, con lavori di scavo nel sottosuolo per cercare di rubare denaro e valori dell'ufficio e nella rapina del 4 giugno 2019 all'ufficio postale di questa via Pontano quando, minacciando con una pistola i dipendenti e la direttrice delle Poste, aperta la cassaforte, si impossessavano di 30mila euro.
È sempre lo stesso gruppo che l’11 giugno scorso ha sfondato la gioielleria “Trucchi” di via Santa Caterina a Chiaia, quando, immobilizzato un dipendente con una pistola, avevano fatto razzia di numerosi orologi di valore ed oggetti preziosi della cassaforte, per un valore di oltre 800mila euro. Proprio durante questa rapina, i malviventi avevano puntato le armi contro i poliziotti intervenuti. Successivamente presso un appartamento a Ponticelli, dopo un rocambolesco inseguimento sui tetti, era stata ritrovata parte della refurtiva. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino