Domani «Sinistra in Comune» torna a incontrare il sindaco Luigi de Magistris, nella sostanza il capo del movimento DemA e il segretario politico dello stesso...
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Fuori dal politichese, in questo caso anche abbastanza chiaro, cosa è successo di nuovo? Alla Città metropolitana il ruolo di vicesindaco era di Elena Coccia di «Sinistra in Comune» oggi lo occupa David Lebro, un moderato del gruppo «La Città». Un fatto serio per la Sinistra che chiede un riequilibrio. Come si ottiene? Il ragionamento politico - e giova sottolineare che si tratta di ragionamento - che sottende la richiesta è semplice: il riequilibrio a sinistra si ottiene con un vicesindaco al Comune di colore rosso sgargiante e non arancione, nel senso non di stretta osservanza e di scelta demagistrisiana. A Palazzo San Giacomo quella poltrona è invece saldamente incollata a Raffaele Del Giudice, figura tecnica che si occupa tra le altre cose di rifiuti (e la città attende con fiducia) al sesto anni dell'era de Magistris finalmente il piano degli impianti compostaggio accompagnato anche da un progetto concreto. Un tecnico - Del Giudice - che non ha ambizioni politiche se non quella di contribuire alla crescita di DemA. In questo senso è ortodosso e osservante. Prima di Del Giudice - giusto ricordarlo - c'era invece Tommaso Sodano, della Sinistra, con una caratterizzazione molto spiccata, fu sindaco facente funzione quando l'ex pm venne sospeso per la vicenda della legge Severino, e la sua voce si sentiva forte e chiara e anche con una certa autonomia in quei giorni. Fu quello una specie di canto del cigno perché poi Sodano lasciò la giunta anche perché coinvolto in una inchiesta giudiziaria, ma soprattutto perché politicamente in dissenso sull'accorpamento di alcune aziende partecipate tra le quali ci doveva essere anche Asìa. Insomma, il contesto politico del vertice di domani è tutto tranne che tranquillo e sereno, diciamo che è molto dialettico. Si parlerà e si continuerà a parlare di cambi in giunta.
De Magistris vorrebbe fare al massimo due aggiustamenti in funzione del riequilibrio di genere, serve una donna. In questo modo spera di rendere neutri i cambi, ovvero «figli di una necessità» tecnica e non politica.
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Il Mattino