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«Ho vissuto un incubo». La 68enne napoletana colpita per errore durante un agguato a colpi d’arma da fuoco, mercoledì scorso, non riesce ancora a credere d’essersi trovata nel mezzo di una sparatoria. Dopo l’intervento per estrarre la pallottola dall’addome, la donna che ora è ricoverata nell’ospedale del Mare, trova la forza per raccontare.
Cosa ricorda della sparatoria?
«Stavo camminando su corso Arnaldo Lucci, ho sentito degli spari che mi sembrava provenissero dai vicoli. Ho cominciato a correre per rifugiarmi in un negozio quando ho sentito un dolore forte nella parte alta della gamba. Ho continuato a correre fino a raggiungere il negozio dove mi hanno soccorsa».
Si era resa conto che l’avevano colpita?
«Ho sentito solo un dolore acuto e il mio primo pensiero è stato scappare via.
Cosa ha pensato quando è stata colpita?
«Temevo di morire: il pensiero è andato ai miei familiari. Ho pensato che se mi fosse accaduto qualcosa di più grave, chi li avrebbe avvisati? E con quali parole? Mi preoccupavo di non far allarmare i miei figli e devo ammettere che i negozianti che mi hanno accolta sono stati premurosi. Mi hanno tranquillizzata, facendomi sedere e dandomi un bicchiere d’acqua, oltre a chiamare subito l’ambulanza».
Crede che Napoli sia una città pericolosa?
«Al mio posto, avrebbe potuto esserci chiunque anche un bambino, considerando che era tardo pomeriggio. Non è normale rischiare la vita mentre si cammina per strada e, negli ultimi mesi, la nostra città ha contato più di una vittima innocente, uccisa da colpi di pistola. Ho fatto l’insegnante d’asilo per tutta la vita, trasmettendo fiducia in questa città ma oggi l’ho persa. Napoli è diventata troppo pericolosa».
Il suo appello?
«Più sicurezza per le persone perbene che, loro malgrado, rischiano di morire per nulla. Io personalmente non riesco ancora a credere di aver vissuto questo incubo».
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Il Mattino