Napoli, caos su alternanza scuola-lavoro: «Obbligati a lavorare il primo maggio»

Napoli, caos su alternanza scuola-lavoro: «Obbligati a lavorare il primo maggio»
Primo maggio festa per tutti i lavoratori, ma non per gli studenti coinvolti nel progetto alternanza scuoIa lavoro. Viaggia...

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Primo maggio festa per tutti i lavoratori, ma non per gli studenti coinvolti nel progetto alternanza scuoIa lavoro.

Viaggia attraverso un video pubblicato su fb la protesta degli studenti del liceo classico Garibaldi di Napoli: nel filmato i ragazzi di una quarta della scuola di Piazza Carlo III denunciano di essere «costretti» a lavorare come guide turistiche nell’edificio monumentale di Pio Monte della Misericordia anche nel giorno in cui si ricorda nel mondo la lotta per la riduzione della giornata lavorativa.«Verremo sfruttati e mandati a lavorare dalle 9 alle 17 – sottolineano gli studenti - se non avessimo avuto alle spalle dei professori comprensivi avremmo passato la giornata a lavorare senza neanche avere la pausa pranzo».
 
Per far valere la propria causa i ragazzi si presenteranno a lavoro indossando alcuni cartelli con l’hashtag #alternanzascuolasfruttamento, raccogliendo l’invito degli studenti del Vittorio Emanuele II, che nelle scorse settimane si erano promotori di una campagna social contro il progetto obbligatorio per licei e istituti tecnici e professionali previsto dalla Buona Scuola.
 
«Proprio durante la festa dei lavoratori, invece di stare con le nostre famiglie e coi nostri amici, senza alcuna garanzia di mezzi pubblici, paradossalmente dovremo andare a svolgere un lavoro non retribuito, rubando posto a migliaia di giovani laureati - scrivono gli studenti in un post che fa da corredo al video - non c'è spazio per proteste, non c'è spazio per pensieri ed azioni che provino a scardinare questo sistema marcio: tutto è soffocato dai provvedimenti disciplinari, dalla disciplina, dall'immagine dell'azienda presso cui si svolgono i percorsi di alternanza, dal decoro. Forse stanno dimenticando che dietro tutto questo ci siamo semplicemente noi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino