Napoli, studenti manganellati in presidio al Consiglio Comunale: «Amministrazione corresponsabile»

Sette feriti e tre contusi è il bollettino riportato stamani dai promotori della protesta

Gli studenti feriti
Prima la conferenza stampa all’esterno del Teatro San Carlo. Poi il presidio sotto il consiglio comunale di Napoli. A meno di 24 ore dagli scontri di ieri in via Toledo, tra...

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Prima la conferenza stampa all’esterno del Teatro San Carlo. Poi il presidio sotto il consiglio comunale di Napoli. A meno di 24 ore dagli scontri di ieri in via Toledo, tra polizia e manifestanti anti Nato, gli attivisti napoletani puntano il dito sulle responsabilità dell’amministrazione comunale. Sette feriti e tre contusi, è il bollettino riportato stamani dai promotori della protesta di ieri, promossa in concomitanza con la celebrazione dei 75 anni dell’Alleanza Atlantica al Massimo napoletano.

«L'amministrazione Manfredi è corresponsabile di quanto avvenuto - spiega Davide Dioguardi, attivista del Laboratorio Insurgencia - il sindaco ed il consiglio comunale devono prendere una posizione, ieri i cittadini e le cittadine che rappresentano hanno subito una violenza ingiustificata ed ingiustificabile, non andremo via da qui fino a quando non ci sarà concesso un incontro per conferire con chi sta colpevolmente tacendo davanti alla violenza delle forze di polizia su giovani e giovanissimi».

I ragazzi, in maggioranza studenti universitari della città, chiedono inoltre l’introduzione del codice identificativo sulle divise dei celerini. «Ieri - dice Marta Di Giacomo dell’Ex Opg Je So' Pazzo di Materdei - non ci sono stati scontri ma un pestaggio a danno di studenti disarmati. Negli ultimi mesi stiamo assistendo troppo spesso ad atti di violenza spropositati da parte delle forze dell’ordine a Napoli come nel resto del Paese».

«Di fronte ad una gestione imbarazzante dell’ordine pubblico - conclude Di Giacomo - chiediamo almeno un primo passo verso il rispetto della democrazia: l’introduzione dei codici identificativi sulle divise per poter permettere, a chi esprime dissenso, il proprio diritto».

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Il Mattino