Dehors, a Napoli arriva la stretta: via 7mila tavolini selvaggi

Locali all'aperto, l'annuncio del sindaco: «Vanno dimezzati gli allestimenti esterni»

Tavolini nel centro di Napoli
Tavolini selvaggi: stop al Far West. Oggi in giunta verrà approvato il provvedimento che impone regole più rigide sulle occupazioni di suolo. Sono circa 15mila,...

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Tavolini selvaggi: stop al Far West. Oggi in giunta verrà approvato il provvedimento che impone regole più rigide sulle occupazioni di suolo. Sono circa 15mila, secondo il report di Confcommercio Napoli, i tavolini "aggiunti" in città: cioè abusivi o installati in deroga, come concesso ai tempi del Covid. «Sarà ripristinato il regime ordinario per la concessione di spazi pubblici - ha spiegato ieri il sindaco Gaetano Manfredi - Dal 2020 eravamo in un regime di deroga che consentiva l'utilizzo di spazi pubblici all'atto della domanda e non ad autorizzazione avvenuta. Ciò ha creato molti abusi e invece si ritornerà al regime ordinario e dunque si potranno occupare gli spazi solo quando ci sarà l'approvazione della domanda da parte degli uffici». In buona sostanza, dall'inizio della prossima settimana, non basterà più presentare la Scia per installare un tavolino, ma bisognerà aspettare la concessione del Suap per essere autorizzati all'allestimento.

Da Chiaia al centro storico, dai Quartieri Spagnoli a Port'Alba: le strade sono spesso ingolfate da tavoli, gazebo, sedie. Il provvedimento di Palazzo San Giacomo metterà un freno all'escalation. Sono circa 10mila, per Confcommercio, i pubblici esercizi a Napoli. Il 10% dei locali ha aperto dal post-Covid. Circa tre su dieci «hanno installato dei tavolini in deroga - commenta Massimo Di Porzio, presidente di Confcommercio Napoli - Il provvedimento va nella direzione di un riequilibrio giusto.

Dopo il Covid, anche per una questione di esigenze turistiche, c'è stata una predominanza di aperture nel food. L'artigianato è di fatto entrato in crisi proprio per questo: i fitti aumentano e tante attività vanno in difficoltà. Anche un piccolo locale, invece, oggi garantisce indotto, grazie ai tavolini. Le nuove regole potrebbero garantire una varietà maggiore e un innalzamento della qualità dell'offerta gastronomica, che in alcune zone sta diventando scadente». Va ricordato che entro fine anno il governo sarà chiamato a esprimersi sull'estensione del regime di agevolazione delle occupazioni da Covid - prosegue Di Porzio - Se le estensioni non verranno confermate, potrebbero sparire circa 7500 tavolini da Napoli». «La città va regolarizzata, ma non vanno precluse agli imprenditori le possibilità di aprire nuove attività - dice Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti - il turismo in città arriva anche spinto dal food. Siamo sempre aperti al dialogo con l'amministrazione».

Oggi il passaggio della delibera in giunta. «Questo provvedimento serve a dare respiro alle strade della città - spiega l'assessore comunale alle Attività Produttive Teresa Armato - e serve a evitare che chiunque possa occupare il suolo indiscriminatamente, senza una valutazione dell'amministrazione. Si tratta di un atto di cui ho parlato più volte in commissione consiliare che modifica parzialmente la delibera del 2020 del Comune, giustificata dall'emergenza Covid. Ora servirà un'autorizzazione scritta del Suap. Con le nuove assunzioni in organico abbiamo più risorse per gestire le pratiche. A partire dalla prossima settimana il provvedimento sarà attivo». Tiene banco la questione del «silenzio-assenso». Secondo Aldo Maccaroni, delegato di Fipe Notte, «qualora l'ufficio competente non si esprimesse nel merito entro 30 giorni, la richiesta avanzata si considera autorizzata (silenzio assenso) e il richiedente è autorizzato ad occupare». Da Palazzo San Giacomo, però, filtra che l'autorizzazione scritta andrà attesa in ogni caso, anche dopo i 30 giorni.

Quanto alle occupazioni già esistenti, molto dipenderà dalle scelte dell'esecutivo Meloni. Spetta al governo, infatti, decidere se prolungare o meno il regime di agevolazione per le occupazioni da Covid. «Dal punto di vista normativo, lo stato emergenziale del Covid al momento è prolungato fino a fine '23 - nota il consigliere comunale Luigi Carbone - Se non fosse prolungato, da Napoli potrebbero essere rimossi metà dei tavolini». «Le occupazioni di suolo pubblico sono raddoppiate rispetto al pre-Covid - aggiunge il consigliere Gennaro Esposito - Oltre il 60% dei tavolini in città è selvaggio».
 

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Il Mattino