L'emergenza costringe a uscire allo scoperto anche anche il riservato Luigi Grispello, presidente del Cda della Fondazione Campania dei Festival, l'organo che gestisce il...
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Qui egli contesta la scelta di indire l'incontro in così pochi giorni, in coincidenza con altre importanti conferenze stampa romane, e con la decisione di sospendere improvvisamente dall'incarico i giornalisti che agivano su Roma. Poi Dragone tocca un altro punto dolente, il più eclatante: il fallimento della trattativa per far venire Al Pacino al Festival, bloccato per i costi eccessivi. Le due «tristi vicende» - la conferenza stampa e l'assenza del divo Usa - «giungono a corollario di un percorso troppo a lungo sofferto, tormentato per mesi da ritardi, inefficienze, incomprensioni, malumori, dissapori, tensioni e spesso conflitti», scrive il direttore.E anche qui Grispello nega ogni addebito: «Non ho mai ostacolato la presenza della star a Napoli, limitandomi a far rilevare i problemi economici e finanziari che essa comportava». E, a proposito della conferenza stampa, l'assenza di Dragone «denota una mancanza di considerazione nei confronti delle istituzioni e lede l'immagine del Festival», oltre a essere «contraddittoria con la decisione del Cda che pochi giorni prima aveva approvato integralmente il suo programma».Il conflitto si acuisce, dunque. E l'impressione è che Dragone, regista di prestigio internazionale, abituato ad altri rapporti, libertà di movimento e danaro, si sia scontrato con le abituali tortuosità napoletane, restando avvinto nel suo ginepraio politico-burocratico-istituzionale. Due visioni troppo diverse, forse, per riuscire a intendersi. Chi ne fa le spese? Lo esplicita il regista nella sua lettera: «Questo fallimento ricade sulla città». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino