«Quella del Teatro di San Carlo di Napoli è una gestione virtuosa e all'insegna della più innovata managerialità, a cui lo Stato riconosce il...
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Nel riparto tra le 12 fondazioni, il San Carlo ha ottenuto il 9,37% (12.955.00,90 euro). «Va riconosciuto al ministro Bonisoli - afferma Rosanna Purchia, sovrintendente del Massimo partenopeo - di essere riuscito a recuperare 10 dei 20 milioni decurtati al Fus e questo significa che la situazione può cambiare ulteriormente, volgendo sempre al meglio. Infatti c'è una ferma volontà da parte del ministro di recuperare altre risorse destinate al Fus e quindi di aumentare ancora la quota parte destinata alle Fondazioni lirico-sinfoniche». Il Teatro di San Carlo, continua la nota, da anni risponde a un preciso piano industriale «adottando strategie di gestione tra le più rivoluzionare», in particolare per tutta l'area del Mezzogiorno, divenendo così un vero e proprio modello del «fare impresa» nella cultura. «Con i colleghi dell'Anfols - sottolinea Rosanna Purchia - stiamo lavorando all'elaborazione per stabilire nuovi criteri della distribuzione del Fus. In particolare per il San Carlo, per le percentuali riconosciute agli spettacoli di balletto fortemente penalizzati, senza alcun motivo se non quello di mortificare questa forma d'arte, rispetto alle programmazioni di opera e sinfonica. E anche in questo siamo sostenuti dal ministro». Al governo, si sottolinea inoltre, «si deve una vera e forte azione volta al risanamento delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, con uno stanziamento ad hoc. Infatti, lo Stato ha messo a disposizione risorse finanziare finalizzate alla parziale copertura dei debiti pregressi »fardello storico« delle fondazioni lirico-sinfoniche». «Grazie a una sana gestione - conclude la sovrintendente - il San Carlo ha potuto destinare tali risorse all'incremento del patrimonio, vera criticità del teatro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino