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Attraverso un sistema di phishing sfruttavano le truffe sulle carte di credito, principalmente americane e canadesi, per accumulare soldi e versarli su conti correnti italiani: di qui il denaro transitava verso conti correnti di altri paesi europei come il Belgio, l'Olanda e la Germania, gestiti da altri complici. Il business era in mano a un gruppo di pakistani, la base a Napoli - tra borgo Sant'Antonio Abate e rione Sanità, dove venivano confezionati i documenti falsi per intestare i rapporti bancari - e la Sicilia. Sette gli arresti, ed è forte il sospetto che si trattasse di un metodo per finanziare il terrorismo.
L'operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, su delega e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Sezione Antiterrorismo: tra Napoli e la provincia di Caltanissetta è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli nei confronti di sette pakistani gravemente indiziati dei delitti di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e ricettazione.
«L'ipotesi che si possa trattare di finanziamento al terrorismo - spiega il generale di brigata Gabriele Failla, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli - è attualmente al centro di una richiesta di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia, per cui siamo convinti che ci saranno dei seguiti».
Le attività investigative hanno tratto origine da segnalazioni di operazioni sospette. Analizzando i conti di pagamento intestati a extracomunitari provenienti da Pakistan, Afghanistan, India, Bangladesh, Cina e Kyrgyzstan, la Fiamme Gialle hanno verificato che sui conti correnti erano state effettuati molti versamenti provenienti da ricariche di 345 carte di credito estere (U.S.A.
Il Mattino