Napoli, il ritorno di Tomasone: «Ritrovo una città completamente diversa»

Napoli, il ritorno di Tomasone: «Ritrovo una città completamente diversa»
Torna a Napoli da generale Vittorio Tomasone, a capo del Comando interregionale Ogaden che comprende su Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata. Oggi la cerimonia di...

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Torna a Napoli da generale Vittorio Tomasone, a capo del Comando interregionale Ogaden che comprende su Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata. Oggi la cerimonia di insediamento, quando l'uscente Giovanni Nistri ha passato il testimone a Tomasone, alla presenza di Tullio del Sette, comandante generale dell'Arma.


«Una soddisfazione personale e professionale - ha affermato - Il ricordo che ho di Napoli mi rimane sempre vivo, sono passati tanti anni, sono cambiati i ruoli, ho conosciuto Napoli in una attività territoriale investigativa, ora ci torno con altre responsabilità che non devo mai nemmeno per un momento dimenticare».
 
Tomasone, nel corso del suo discorso di insediamento, ha spiegato che «riannoda i fili di una storia passata con quella che oggi comincia. Ho lasciato una Napoli completamente diversa da quella di oggi». Un ritorno, dunque, per Tomasone a distanza di anni. Da giovane ufficiale ha lavorato nelle compagnie del centro di Napoli, mettendo a segno operazioni di peso contro i clan della zona. Tra le sue indagini, anche quella sul traffico di stupefacenti, attraverso la quale fu scoperta la dipendenza dalla cocaina di Maradona.
 
Lascia, dopo essersi insediato al comando interregionale nel 2016, Giovanni Nistri destinato al comando generale a Roma. «I dati vanno sempre confermati e analizzati - ha ricordato - però, per quanto riguarda tutta l'attività dell'arma nelle cinque regioni che compongono il comando, l'80% circa dei reati che segnalati e denunciati sono stati perseguiti dalle parti operanti sul territorio».


«Napoli è una città splendida, meravigliosa - ha evidenziato Nistri - ha tanti problemi che non possono essere risolti solo con la repressione, ma anche con la prevenzione». Una prevenzione fatta non solo «tecnicamente» dalle forze dell'ordine, ma che preveda «il coinvolgimento delle forze migliori di questa società, delle altre istituzioni, degli intellettuali, per creare un percorso organico che consenta al giovani soprattutto coloro di alzare la testa per guadagnarsi quel destino che meritano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino