Napoli, inferno traffico intorno allo stadio Maradona: bloccata un’ambulanza

Napoli, inferno traffico intorno allo stadio Maradona: bloccata un’ambulanza
Scene di ordinaria follia di un post partita. Accade a Napoli, zona stadio Maradona. Il quartiere è Fuorigrotta, ovviamente, la prigione degli ottantamila napoletani che vi...

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Scene di ordinaria follia di un post partita. Accade a Napoli, zona stadio Maradona. Il quartiere è Fuorigrotta, ovviamente, la prigione degli ottantamila napoletani che vi risiedono, costretti a non uscire di casa tutte le volte che gli azzurri giocano in casa. Perché non saprebbero dove andare e quali strade percorrere, visto che le arterie principali di percorrenza vengono chiuse in nome e per conto dell’ordine pubblico. Chi invece va alla partita, sa in anticipo di dover affrontare altre sfide. Arrivare al Maradona tra mancanza di parcheggi e vie di accesso percorribili è un’impresa ma il post partita è ancora peggio. Ne è una fotografia fedele quanto accaduto domenica sera: ore 20,25, Napoli-Verona è terminata da quaranta minuti, piazzale D’Annunzio è un mare selvaggio di auto ferme a motori spenti. Non c’è un solo vigile a presidiare la zona che è controllata dalle forze di pubblica sicurezza: decine di autoblindati e volanti a difesa sapete di chi? Delle due squadre, degli arbitri e dei tifosi ospiti che devono guadagnare prima di tutti le strade a loro assegnate.



Loro sì, non i tifosi, non i residenti, non l’ambulanza che nel bel mezzo dell’orario maledetto, resta bloccata quindici minuti a sirene spiegate nel tratto compreso tra il bar Gazebo e l’incrocio con via Terracina, diretta verso l’ospedale San Paolo. Nessuno si adopera per procurare una soluzione di emergenza, niente deviazione di percorso, niente alternative forzate, tranne il volenteroso sforzo degli automobilisti ad “allargarsi” per creare una via di fuga, che però non è immediata. Il paradosso è che venti metri più giù accade l’impensabile, l’ingiustificabile. Due macchine della polizia anche queste a sirene spiegate, si fanno strada contro senso nel traffico di macchine. Un paio di agenti a piedi creano un varco, obbligano le auto spente a mettersi in moto per deviare il loro percorso, scortano un Van nero (con sirena lampeggiante sul tettuccio) che dal lato passeggero ospita il presidente del Napoli.

Cosa ci faccia De Laurentiis scortato dalla polizia in un tratto di strada contro senso è un mistero: aveva appena lasciato gli spogliatoi ma rientrava nello stadio dal lato tribune, trecento metri di distanza facilmente raggiungibili a piedi attraverso i percorsi interni dello stadio. Scelta poco razionale, primo perché esiste una stradina laterale percorribile a quella violentata in controsenso, secondo perché De Laurentiis, naturalmente riconosciuto, si è beccato i “vaffa” degli automobilisti spazientiti e di buona parte di quei tifosi delle curve con i quali non è mai andato d’accordo. Per la cronaca (abituale, perché accade sempre) anche domenica sera le auto hanno iniziato a defluire dallo stadio novanta minuti dopo la fine della partita.



Domenica le Volanti e i Nibbio dell’Ufficio prevenzione generale, i militari della Guardia di Finanza e gli agenti della Polizia locale, hanno effettuato nei pressi dello stadio un servizio di contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi e della sosta selvaggia. Sono stati controllati e denunciati decine di napoletani tra i 20 e i 57 anni, alcuni con precedenti di polizia, perché sorpresi nuovamente ad esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo: a quattro di essi è stato notificato un ordine di allontanamento. Gli operatori hanno anche controllato esercizi commerciali e postazioni di venditori ambulanti, sanzionandone uno per occupazione abusiva di suolo pubblico e contestando due violazioni del Codice della strada.

 

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Il Mattino