Sono numerosi i clochard che questa notte hanno fatto sosta alla stazione metro del Museo. Coperte e cuscini, riparati fino al volto, tutti insieme uniti nella sventura di...
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«Non potevo dormire senza verificare le condizioni in cui si trovano i clochard che si rifugiano al centro storico ormai da anni, - dice De Stasio - è un allarme sociale quello che sto vedendo». De Stasio ha un bar al centro e proprio in questo periodo, dall’aumento di vendita di thè e chiccolate calde si rende conto anche dell’aumento di emergenza che c’è attorno. «Cerchiamo di fare il massimo - continua De Stasio - per i meno fortunati, con vestiti e cibarie. Ma sembra di non fare mai abbastanza. Volevo verificare di persona se la metro Museo aveva accolto i tanti senza fissa dimora che spesso trovano riparo sotto i portici, vicino ad una panchina o sotto un albero. L’emergenza sta funzionando, erano lì, quasi una trentina già sotto le coperte. Resta la tristezza nel vedere queste immagini e non essere riusciti ancora a donare dignità a queste persone».
Alcuni residenti sono rammaricati per la mancanza di un progetto risolutivo: «Mi sarei aspettato che il Comune di Napoli - racconta un utente facebook - avesse messo in piedi un progetto concreto per risolvere il problema dei meno fortunati, il modo in cui sopravvivono queste persone mi spaventa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino