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In lista di attesa per operare un tumore dal 2016: una donna napoletana di 85 anni è stata chiamata nei giorni scorsi, per verificare l’attualità di un intervento chirurgico di asportazione di un polmone. Operazione prenotata, appunto, 6 anni fa. Accade al Monaldi dove sono in corso le procedure di “pulizia” delle vecchie liste di attesa, ferme da tempo a causa del Covid. Ma anche a spostare le agende al dicembre del 2019, prima del scoppio della pandemia, due anni e mezzo per la chiamata sarebbero decisamente troppo.
Sorpresa e sconcerto sono stati pertanto espressi, anche su Facebook, da Donatella Sommaruga, figlia della paziente. «Nel 2016 a mia madre fu diagnosticato un carcinoma al polmone - avverte - e diedi il mio numero come riferimento. Nei giorni scorsi ho avuto una telefonata da un numero di rete fissa. Volevano sapere se mia madre avesse ancora bisogno dell’intervento. Ho pensato ad uno scherzo, poi visti i troppi dettagli conosciuti dal mio interlocutore ho capito che si trattava di una chiamata vera. Mi hanno informata del fatto che stavano scorrendo tutte le vecchie liste di attesa. Mia madre aveva all’epoca 79 anni, fece una prima biopsia ma non ricordo dove. Poi ci rivolgemmo alla pneumologia del Monaldi e da qui alla Chirurgia toracica per valutare l’asportazione di quella lesione. In realtà ad una successiva rivalutazione mia madre risultò inoperabile ed è stata in questi anni curata con la radioterapia».
La paziente fu quindi presa in carico dagli oncologi medici e dai radioterapisti di altre strutture pubbliche.
Da parte sua l’azienda dei Colli conferma che sono in corso adempimenti tesi alla pulizia degli elenchi dalle prenotazioni non più attuali, eliminando tutti i nominativi che nel frattempo hanno ottenuto le cure necessarie. «Stiamo lavorando sui nostri registri rimasti nel limbo di questi due anni di Covid - avverte Cristina Boccia, bed manager dell’azienda dei Colli - gli operatori per la privacy non sanno quale sia la patologia per cui un paziente si è prenotato. Chiamarlo anche a distanza di anni serve per aggiornare a un dato di realtà le liste informatiche che altrimenti resterebbero aperte impedendoci di elaborare i fabbisogni in maniera corretta programmando correttamente le attività di recupero. In alcuni casi siamo andati indietro anche di dieci anni. Si tratta di adempimenti di legge che, nell’ambito del piano nazionale straordinario, in corso in tutte le regioni, servirà ad azzerare le vecchie prenotazioni entro l’anno. Capisco che possa generare perplessità in chi si sente chiamato dopo anni ma non sarebbe corretto cancellare vecchie prenotazioni senza un assenso del paziente». Al Monaldi le 49 mila prenotazioni sospese relative agli ultimi 3 anni sono così state dimezzate. «Ovviamente - conclude Boccia - i due canali, quello del recupero delle vecchie prenotazioni pre-Covid quello attuale che segue le nuove prenotazioni scorreranno su binari paralleli così da rispettare i codici di urgenza delle nuove richieste ed azzerando tutto il pregresso».
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Il Mattino