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Il turista francese ha una faccia da «io speriamo che me la cavo». Capelli bianchi e occhi azzurri, è appena sbarcato al Beverello e ha lo sguardo audace di chi sa che spostarsi a Napoli, tra cantieri infiniti, traffico, venditori ambulanti, abusivi, Ncc, taxi, strisce gialle e anarchia di trasporti, sarà un’avventura. Il turista non è Indiana Jones, ma quella che ha davanti è la giungla dell’accoglienza partenopea tra porto, aeroporto e stazione.
Vetture di tutti i tipi che caricano turisti sotto un sole cocente e poca ombra, vista la rarità delle pensiline. Ma di ombre ce ne sono: attraversamenti pericolosi, percorsi pedonali sulle carreggiate e avventure sull’Alibus come «sandwich», anche se Anm ha intensificato la frequenza delle corse e il Comune sta per aprire il sottopasso che condurrà dalla Stazione Marittima alla metro linea 1 di Municipio. Sarà un bel traguardo, che eliminerà l’attraversamento rischioso in via Acton. Resta però il fatto che nei giorni di punta del grande boom turistico e del traffico intasato, il tragitto dal Beverello a Capodichino può durare anche «un’ora e cinque minuti». I disagi a oggi restano, ma l’impegno delle istituzioni non manca.
Andata dal Beverello a Capodichino. Ritorno dall’aeroporto in stazione. Questo il viaggio compiuto ieri dal Mattino. E inizia dal semaforo di via Acton che affaccia su un molo affollato, dove il cantiere delle nuove biglietterie (la cui consegna è slittata) restringe lo spazio in banchina. I turisti fanno la fila per i biglietti, da acquistare nei container temporanei. E mentre fanno la fila si abbronzano e sudano. Attraversare è un’impresa per tanti stranieri, poco abituati alla passeggiata sulla segnaletica orizzontale gialla. «Qui non è molto pedone-friendly», sospira Selvaggia. Per entrare o uscire dal Beverello, bisogna imparare l’arte dello slalom tra i vu-cumprà, che sono decine. È l’avventura, è la «Napoli experience». Tra una folla di Ncc e taxi, nel piazzale a ridosso della Stazione Marittima, mentre aspettiamo l’Alibus alla fermata Anm, veniamo avvicinati da un tassista con mini-van: «Salite con me - dice - Vi porto io in aeroporto. Così non dovete aspettare il pullman. Vi faccio lo stesso prezzo: 5 euro a persona, come per l’Alibus».
La corsa in taxi fila liscia e si arriva in aeroporto, nella Zona a Traffico Controllato.
In piazza Garibaldi, centinaia di turisti vengono caricati da vetture di tutti i tipi. Altri aspettano i bus sotto un sole cocente. Qui, di pensiline, nemmeno l’ombra. Letteralmente. In generale, l’odissea del trasporto turistico si intensifica nel tardo pomeriggio e nei weekend. «Nelle ore di punta – spiega Adolfo Vallini dell’Usb – si impiegano anche 2h10 per percorrere Capodichino-Beverello e ritorno». Causa traffico, insomma, ci vuole oltre un’ora per andare dal porto all’aeroporto quando sbarcano in massa aerei, traghetti o aliscafi. «Gli Alibus sono stati intensificati - spiega l’ingegner Pier Paolo Martino di Anm - Da lunedì siamo passati da 9 a 14 mezzi. Passa un Alibus ogni 8 minuti». Qualche passo in avanti c’è, anche se l’anarchia dell’accoglienza non è alle spalle.
Il Mattino