Ucraina ferita per errore a Napoli, soldi per comprare ​il suo silenzio al processo

Ucraina ferita per errore a Napoli, soldi per comprare il suo silenzio al processo
Qualcuno vuole il suo silenzio. Ed è disposto a mettere sul tavolo un posto di lavoro certo, soldi maledetti e subito. Ripetiamo: non indennizzi di là da venire, al...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Qualcuno vuole il suo silenzio. Ed è disposto a mettere sul tavolo un posto di lavoro certo, soldi maledetti e subito. Ripetiamo: non indennizzi di là da venire, al termine di un processo penale che si sa quando ha inizio ma che è sempre difficile da chiudere in via definitiva, ma soldi cash, accompagnati da un posto di lavoro con tanto di busta paga. E con tante scuse per il disagio sofferto. Qualcuno, in sintesi, vuole comprare il silenzio di Liudmyla Skiliar, ferita per errore alle gambe lo scorso novembre, facendole arrivare soluzioni di comodo e di compromesso: abbassare i toni, limitare la portata delle proprie dichiarazioni, rimanere sul vago. Per quale motivo? Qualcuno punta a spegnere i riflettori su un processo che rischia di tenere accesa per mesi l’attenzione su quanto avviene al rione Sanità, in uno scenario dove armi e violenza rischiano di offendere ogni giorno la maggioranza di persone oneste che vi abitano.

Che storia è questa? È il caso di Liudmyla, la cittadina ucraina che vive da tempo a Napoli, sposata con un cittadino russo, colpita alle gambe nel corso di un episodio di violenza gratuita a novembre. Una vicenda raccontata anche grazie all’attività di denuncia svolta dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli, a proposito di un assurdo regolamento di conti che vede oggi imputato un cittadino napoletano. Si chiama Mario Tufano, è stato di recente raggiunto da una richiesta di rito immediato (di fronte all’evidenza della prova - scrivono i pm - e alla condizione di detenuto dello stesso imputato), che nasce da un episodio di puro terrore. 

LEGGI ANCHE Sparatoria a Napoli, ferita donna ucraina 

In sintesi, Tufano avrebbe esploso dei colpi di pistola per punire un cittadino che aveva osato redarguire un ragazzo (il figlio dello stesso Tufano) che aveva investito una passante, scorrazzando alla Sanità in sella al proprio scooter. Vennero esplosi dei colpi di pistola, uno dei quali raggiunse agli arti inferiori la malcapitata Luda. Una sofferenza indicibile per la giovane donna, oltre allo strazio di dover camminare - anche a distanza di mesi - facendo leva su due stampelle. Liudmyla non è stata lasciata sola, ma è tuttora accudita da una rete di solidarietà che fa capo allo stesso Borrelli e a Patrizia D’Angelo della Cgil ed è assistita - nel corso del processo che la vede parte offesa - dall’avvocato Stefano Paparella. Inchiesta alla svolta, è stato il pm Claudio Siragusa (magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Amato) a chiedere il giudizio immediato a carico dell’imputato. Una vicenda che però si è arricchita di nuovi elementi destinati al vaglio della magistratura. 
A partire da quanto sarebbe avvenuto nel corso degli ultimi giorni, con il tentativo di indirizzare offerte conciliatrici alla cittadina vittima del ferimento consumato a novembre dello scorso anno. Una vicenda che il Mattino ha deciso di raccontare a partire da una premessa: il tentativo di comprare il silenzio della donna (o di ammorbidire la portata della sua testimonianza) non ha nulla a che vedere con la sacrosanta strategia processuale dell’imputato, che va considerato pertanto estraneo a eventuali tentativi di condizionamento del processo a suo carico. 

Eppure, secondo quanto raccolto dal Mattino, ci sono testimoni in grado di attestare le offerte messe in campo da qualcuno per chiudere i conti prima del tempo sulla storia del far west tra edifici antichi della Sanità. Doveroso a questo punto attendersi delle risposte da un punto di vista investigativo, per chiudere il cerchio attorno a chi non vede di buon occhio l’idea di un processo che rischia di aprire lame di luce sul malaffare locale. Una strategia, quella del silenzio e del compromesso a buon mercato, che rischia di non avere comunque l’effetto desiderato, alla luce della coraggiosa testimonianza messa agli atti in questi primi mesi di indagini. Alla luce delle indagini svolte fino a questo momento che hanno attestato, anche sulla scorta delle immagini ricavate da una telecamera presente nei pressi dell’agguato, la sequenza degli spari e la possibile responsabilità del ferimento. Facile attendersi a questo punto una presenza massiccia di esponenti della società civile nel corso del processo sull’ennesima vittima per caso tra le strade di Napoli. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino