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Arriva puntuale come l'estate a giugno la classifica della qualità della vita del Sole 24 ore. E con essa la bocciatura di Napoli sotto tutti i punti vista con il focus su tre aspetti particolari. Napoli è ultima - su 107 città - per qualità della vita dei bambini, preceduta da Reggio Calabria, Palermo, Matera e Caltanissetta; al 50esimo posto per quello che riguarda la cura degli anziani e in settantesima per i giovani. Con il paradosso che Napoli è la città più giovane d'Italia. E forse questo spiega anche la fuga verso altre mete, soprattutto europee, delle migliori menti giovanili.
Chi comanda le tre classifiche? I soliti noti: Aosta per i bambini, Piacenza per i giovani e Cagliari per gli anziani. Insomma, c'è la Sardegna a difendere il Sud, un dato isolato un po' come quando il capoluogo della Sardegna vinse lo scudetto, un unicum. Per il resto tutte le classifiche pubblicate vanno di pari passo con l'altezza del reddito e più si scende al Sud, più il reddito è basso, peggio si vive e minori sono le aspettative di vita. Nulla di nuovo rispetto agli ultimi 2 lustri. Questa la fotografia del Sole, chiarita la cornice, le classifiche fanno a pugni con una Napoli che in questi giorni è assediata da centinaia di migliaia di turisti sia giovani che bambini e anziani che festosi la attraversano. Insomma, una discrasia abbastanza evidente che racconta anche un'altra faccia della medaglia.
Altrimenti perché in tanti stanno arrivando da ogni dove in città e ci restano per più giorni? Gli operatori del settore hanno fatto studi specifici in base ai quali entro ottobre - il calcolo è partito ad aprile - solo dall'aeroporto di Capodichino saranno transitati 7 milioni di visitatori. Prendere come indici della vivibilità - tra i parametri che compongono la classifica dei bambini per esempio c'è la percentuale di edifici scolastici con mensa; le imprese che fanno ecommerce (su questo Napoli è in vetta) tra quelli per i giovani; la presenza di medici specialisti e i farmaci anti-depressivi tra quelli per gli anziani - probabilmente non racconta tutta la verità. Prendere come indicatore anche le scuole che hanno i giardini, o le residenze per anziani e i servizi che forniscono a essi gli enti locali, è un esercizio di sano pragmatismo che però non tiene conto della storicità dei territori in questione. Dove - per esempio - gli anziani vivono nelle famiglie e sono un supporto importante per le stesse sotto tutti i punti di vista. E questo per gli over è un aspetto molto gratificante non misurabile con nessun parametro. Poi, che Napoli - e la sua sterminata area metropolitana perché l'indagine è su scala provinciale - sia carica di problemi che vanno dalla disoccupazione giovanile, alla criminalità, a servizi come la raccolta dei rifiuti e la pulizia in generale fino ai trasporti che lasciano molto a desiderare è questa una verità sacrosanta. Riguardo al sindaco Gaetano Manfredi, che è anche capo della Città metropolitana, va ricordato che si è insediato da poco più di 8 mesi e ha ereditato una situazione molto difficile. Magari l'anno prossimo di questi tempi - questo l'auspicio - ci potrebbero essere segnali di ripresa di Napoli anche nelle classifiche del Sole.
E da Palazzo Sa Giacomo inquadrano l'inchiesta del quotidiano di Confindustria così: «La consueta classifica del Sole24Ore riguarda l'intera area metropolitana e non i comuni capoluogo: in essa abita o lavora più della metà della popolazione regionale.
Il Mattino