Nei giorni scorsi alcune persone hanno denunciato di aver comprato dei pandori e altri dolci natalizi di una nota catena di pasticcerie napoletana e, una volta aperti, hanno avuto...
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Poi nel comunicato si riporta la disavventura vissuta da una delle acquirenti: «La signora P.R. ci ha comunicato di aver acquistato un “Pandorato artigianale” in data 31 dicembre, ritrovandosi al momento dell’apertura di fronte ad un prodotto ammuffito e maleodorante. Questa mattina ha riportato il dolce al negozio, facendosi restituire il corrispettivo del prezzo». La stessa richiesta di restituzione può essere avanzata da tutti coloro si siano trovati di fronte a prodotti già alterati al momento della vendita: «Abbiamo contattato la rivendita per sincerarci che chiunque abbia acquistato dolci in cattivo stato di conservazione possa essere ristorato dalla restituzione di quanto pagato al momento dell’acquisto. Ci è stato detto che la ditta è disponibile a restituire il prezzo o ad emettere un buono per la stessa cifra. Pertanto – concludono Borrelli e Simioli – invitiamo chiunque abbia acquistato dolci guasti a riportarli presso il negozio in cui sono stati acquistati e invitiamo altresì i produttori a stare più attenti in futuro perché rischiano di beccarsi denunce e di rovinare il buon nome della loro azienda».
In merito alla vendita di dolci ammuffiti, stamattina in trasmissione è intervenuto Marco Infante, titolare dell’omonima pasticceria-gelateria: «Volevo precisare che noi con questa storia non c’entriamo nulla – ha dichiarato –. Molti hanno visto il logo nelle foto che avete pubblicato e ci hanno chiamato in causa, ma noi siamo estranei». Poi ha ammesso: «Per onestà intellettuale devo dire che quando si fa produzione artigianale certe cose possono capitare. In quei casi si restituiscono i soldi o si fa un buono».
Per ora i casi segnalati sono tre, ma solo un’acquirente ha riportato il prodotto indietro. Invece, c’è grande discussione sulle cause che abbiano potuto provocare un simile incidente. Secondo il parere di alcuni esperti, i dolci sarebbero stati imbustati ancora caldi e la condensa prodotta avrebbe creato danni. Resta, però, il rebus della muffa: questa sostanza ha bisogno di diversi giorni per formarsi, mentre certi prodotti alimentari artigianali andrebbero venduti e consumati nel giro di 48 ore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino