Ancora botte in pronto soccorso per un’attesa durata pochi minuti ma considerata troppo lunga. Schiaffi in pieno volto, pugni, insulti e minacce a un medico: è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I sindacati della dirigenza medica non ci stanno e questa volta, l’ennesima di una escalation che non sembra avere fine, chiedono qualcosa di più degli attestati di solidarietà. «La solidarietà la possiamo esprimere noi - avverte Lino Pietropaolo responsabile aziendale della Cisl medici - che siamo colleghi e condividiamo questo assurdo destino di dover lavorare duramente e in condizioni di disagio a favore dell’utenza per poi prendere botte senza motivo per pochi minuti di attesa in un pronto soccorso affollato. Chiediamo alla direzione generale e alle istituzioni preposte, come abbiamo già fatto per iscritto in queste settimane e prima di questa aggressione, di garantire la sicurezza nei Pronto soccorso. Al collega, insieme agli altri sindacati della dirigenza medica (Cimo-Fesmed, Anaao, Anpo) offriamo il patrocinio legale gratuito e ogni tipo di assistenza. Abbiamo ormai superato ogni argine - continua Pietropaolo - questi episodi si susseguono a ritmo impressionante e sono anni che invochiamo un tavolo in cui studiare i fatti, e mettere a punto soluzioni a breve, medio e lungo termine. Ma mai ci siamo ritrovati convocati per sentire quello che abbiamo da dire e le nostre proposte. Ogni decisione passa sulla nostra testa e apprendiamo dai giornali iniziative che possono anche essere giuste ma non sono mai condivise da noi che siamo gli unici a subire ogni giorno le difficoltà delle carenze di personale e strutturali che incidono eccome su un fenomeno che, ne siamo consapevoli, trova radici nel cuore della società come anche in una narrazione della Sanità che sembra indicare in noi operatori i responsabili di tutte le difficoltà assistenziali».
Gli operatori sanitari si sentono sotto assedio: da un lato di un’utenza sempre più selvaggia che pretende un’assistenza immediata in pronto soccorso ed è pronta a scagliarsi con violenza sugli operatori di turno, dall’altra di una organizzazione sanitaria che alla prima critica pubblica, anche giusta e costruttiva, avvia i procedimenti disciplinari verso i camici bianchi dai quali si pretende il silenzio secondo regole di comportamento che non ammettono lamentele». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino