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Di nuovo chiuse le scale di via Donizetti al Vomero. Un punto panoramico molto amato dai residenti ma che negli ultimi anni, grazie a segnalazioni nelle principali guide su Napoli, anche per centinaia di turisti che da qui possono scorgere la collina di Pizzofalcone, piazza del Plebiscito e Chiaia fino alla penisola sorrentina e il monte Faito. Una zona ricche di ville liberty particolarmente apprezzate come l’incantevole Villa Hertha e la storica Villa Santarella in cui visse il commediografo Eduardo Scarpetta che pose sull’angolo dell’edificio l’iscrizione «Qui rido io».
Un colpo d’occhio eccezionale che stavolta è mortificato dal vistose grate assicurate al suolo, rese necessarie per la presenza di un pericolo per l’incolumità di chi percorre queste scale. Sul fianco ancorato al costone di tufo, infatti, la scorsa estate era stato notato dai comitati cittadini un blocco di tufo con profonde fratture nel punto in cui erano penetrate le radici di un albero. Dopo ferragosto, c’era stato un sopralluogo di tecnici del Comune di Napoli chiamati in causa dal Comitato Vomero Petraio con una Pec l'8 agosto, dopo la quale era emersa la necessità di tagliare il giovane pino, mettere in sicurezza il costone e vietare fino all’esecuzione dei lavori la transitabilità dello scalone con delle fasce di plastica.
Stamattina però tecnici della Municipalità hanno installato delle solide grate per impedire il transito lungo le scale poiché c'è pericolo di crollo. I residenti però ora temono che i tempi per i lavori saranno biblici e quell’importante snodo, resti chiuso a lungo. Le scale storiche che collegano Via Donizetti, a due passi dal liceo Sannazaro, e il tratto di via Sanfelice dal lato del Petraio, sono infatti molto utilizzate dai residenti e studenti poiché si tratta di una vera e propria scorciatoia per raggiungere le centrali Via Cimarosa e via Morghen. La presidente della Municipalità 5 Clementina Cozzolino però rassicura i residenti: «Il 28 febbraio sarà eseguito un ultimo sopralluogo per definire le fasi e i tempi dei lavori per i quali esistono già i fondi definiti con un accordo quadro».
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Il Mattino