Napoli voragine al Vomero, tempi lunghi per completare i lavori: la rabbia degli sfollati

I residenti in cerca di un altro alloggio: «Ma c’è chi ci ha offerto ospitalità gratis»

Il recupero di un'auto inghiottita dalla voragine
Sono in fila davanti all’ingresso del cantiere, documento alla mano da mostrare ai vigili del fuoco per ottenere il permesso a rientrare dieci minuti in casa, accompagnati...

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Sono in fila davanti all’ingresso del cantiere, documento alla mano da mostrare ai vigili del fuoco per ottenere il permesso a rientrare dieci minuti in casa, accompagnati da un casco rosso, raccogliere qualche abito, medicinali, e pochi altri effetti personali, prima di uscire, definitivamente, per un tempo che nessuno sa dire quale sarà. Una donna sorride con dolcezza e racconta: «Ho incontrato due estranei che mi hanno offerto ospitalità in casa loro. Io avevo già risolto ma li ho ringraziati con le lacrime agli occhi. Napoli ha un cuore grande».

Dopo l’alba della grande paura, sul ciglio della voragine è il giorno della tensione, della rabbia: tutti hanno un’unica domanda «quando potremo tornare in casa?», nessuno ha la risposta. Sono in tutto settanta le persone residenti in via Morghen, e nella sottostante via Solimena, che hanno ricevuto l’ordine di lasciare le abitazioni pochi minuti dopo che la voragine aveva inghiottito due auto e, forse, messo a rischio la stabilità del palazzo.

Dentro l’immensa buca, e ai margini, si lavora senza sosta. Bisogna sostituire le condutture che sono state spezzate dal crollo, ricercare le cause e andare a rimettere tutto a posto, prima di poter considerare risolta la questione sul fronte idraulico. Poi verrà il momento dei tecnici specializzati che dovranno verificare la solidità dell’edificio, scoprire se la spinta del crollo e dell’acqua ne ha minato la tenuta statica. E, nel frattempo, bisognerà anche lasciare spazio ai periti della Procura che dovranno studiare ogni dettaglio dell’evento per restituire un’immagine chiara delle responsabilità della voragine e dell’invasione d’acqua e fango nei locali sottostanti.

Nel frattempo sono state sollevate le auto che erano cadute all’interno. Rimossi anche il palo dell’illuminazione elettrica e l’albero che, pochi minuti dopo lo sprofondamento, si sono schiantati. L’albero e il palo, però, sono stati conservati di fianco all’area del cedimento. Non potranno essere portati via e smaltiti fino a quando i periti incaricati dalla Procura non li avranno esaminati, a caccia di possibili elementi utili a capire anche il dettaglio di quegli specifici crolli. Non c’è ancora una data possibile di chiusura dei lavori, sicché anche sul piano della viabilità la situazione resta difficile.


In questo momento, e per l’intero periodo dei lavori, fino a quando il manto stradale non verrà ripristinato, il percorso per entrare e uscire dall’area di San Martino, alle spalle del crollo, è stato spostato su strade secondarie. Le auto che provengono da via Scarlatti possono imboccare via Morghen, dal lato del Carrefour, risalire via Cimarosa fino alla stretta via Michetti e ritrovarsi su via Morghen nella parte alta, quella non coinvolta dala voragine. In discesa il percorso è lo stesso, le auto imboccano via Michetti e percorrono via Cimarosa fino all’incrocio con via Donizetti dal quale possono raggiungere piazza Fuga. Inibita al traffico e riservata solo ai residenti, invece, via Bonito.

Se nella mattinata di mercoledì, subito dopo lo sprofondamento, nell’area del Vomero che circonda via Morghen il traffico è andato in tilt, già ieri la situazione era notevolmente migliorata. Gli automobilisti, al corrente dei problemi di viabilità, hanno evitato di affollarsi verso la strada chiusa: la zona alta di via Morghen, dalla funicolare di Montesanto fino a San Martino aveva un’area spettrale: quasi nessuna auto, poche persone a piedi, come ai drammatici tempi del lock down.

L’altro giorno, mentre la città scopriva la voragine di via Morghen e attendeva con ansia notizie, a meno di un chilometro di distanza s’è manifestato un altro dissesto. Nella parte bassa di via Confalone, quella che sfocia in piazza Canneto, una condotta fognaria ha ceduto di schianto e ha generato un allarmante avvallamento nei basoli che ricoprono la strada. Sul posto una squadra della Abc ha immediatamente realizzato un by pass fognario ma ieri sera i residenti lamentavano ancora problemi di viabilità legati alle difficoltà di transito su quella porzione della strada.

Sul tema degli avvallamenti e sulla necessità di interventi urgenti, ieri pomeriggio la presidente municipale, Clementina Cozzolino (lo leggete nell’intervista di questa stessa pagina) ha inviato al Comune la richiesta di verifiche immediate su sei strade del quartiere collinare. Si tratta di una nota destinata all’assessore Cosenza e all’Abc nella quale si spiega che ci sono buche, avvallamenti e dissesti preoccupanti in via Rossini (dall'incrocio con Via Gemito a Vico Acitillo), nella parte alta di via Pietro Castellino, in via Caiazzo, nelle aree interessate da scavi in via Kerbaker, su via Tino Da Camaino, all’incrocio con via Kauffman e nella parte bassa di via Solimena. Si tratta di un primo elenco di possibili situazioni emergenziali al quale seguirà un’altra nota più ampia.

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Il Mattino