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Inizia il countdown per la riapertura dei ristoranti al chiuso che da domani potranno riprendere a svolgere la propria attività a pieno regime: gli esercenti della ristorazione sono pronti a riaccogliere la nostalgica clientela che sarà nuovamente libera di gustare le pietanze - sia a pranzo che a cena - anche nelle sale interne dei locali. Fino ad oggi si è vissuta una certa disparità tra i ristoratori del settore: chi non era dotato di spazi esterni, ha potuto lavorare solo con il delivery o l'asporto.
Nel cuore di Napoli, attraversando i vicoli del centro storico, passando tra i decumani e svoltando per le viuzze di Forcella, si incontra una pizzeria storica: l'Antica pizzeria da Michele. È impossibile non conoscerla; è sul campo dal 1870 e, da allora, non si è mai fermata: solo la pandemia è stata in grado di rallentare il suo laborioso operato. «Domani è il grande giorno, la grande festa - afferma con emozione Sergio Condurro, amministratore de l'Antica pizzeria da Michele - La pizza è gioia, comunione, amicizia: finalmente domani riusciremo ad esprimere tutti questi valori». Condurro e la sua squadra hanno dato il massimo per presentare al meglio il locale; un restyling si, ma sempre legato alla tradizione: sono stati esposti diversi quadri antichi in bianco e nero e, tra questi, c'è una stampa a cui Sergio è particolarmente legato, una fotografia che rievoca il passato - uno scatto che risale al 1936 -, raffigura i primi dipendenti dell'Antica pizzeria da Michele.
Fino ad oggi, non essendoci stata la possibilità di allestire dei tavolo all'aperto, l'attività di Sergio è apparsa piuttosto limitata: solo servizio di consegne a domicilio e asporto, ma Condurro aggiunge: «Alcuni bar della zona sono stati solidali: hanno offerto l'opportunità ai clienti di poter consumare la nostra pizza seduti al tavolino dei loro bar».
Le restrizioni dettate per il settore della ristorazione, hanno generato qualche malumore: «Abbiamo sofferto. Ci siamo sentiti come retrocessi in serie B: c'erano locali di serie A, con spazi all'aperto, e quelli di serie B come noi. A salvarci è stato il nome che portiamo: i nostri clienti non ci hanno mai abbandonato, ci hanno dimostrato la loro grande solidarietà ed amicizia».
I dipendenti hanno sempre lavorato seguendo una turnazione ma il fatturato ha inevitabilmente subito un calo che si aggira intorno al 50%: «Ci consideriamo tra quelli meno danneggiati», commenta Condurro, riconoscendo il merito associato al brand della sua rinomata pizzeria.
«In occasione del Pizza Village abbiamo preparato una pizza particolare, che sarà celebrativa - svela l'amministratore - sarà la pizza dei lattari. Senza stravolgere troppo la tradizione, la pizza - che solitamente si prepara con pecorino - si sposerà con il provolone del monaco: sono sempre prodotti dell'oro di Napoli, ovvero la mozzarella e il formaggio, ma rilanciati attraverso questa rivisitazione». Una scelta gastronomica che assume un sapore speciale, un sapore legato al grande entusiasmo che è impaziente di ridonare vitalità all'antica pizzeria di Napoli.
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