Napoli, assalto alla zuppa di cozze: ristoranti sold out e prezzi più alti

Napoli, assalto alla zuppa di cozze: ristoranti sold out e prezzi più alti
La liberazione dalle restrizioni passa dalla zuppa di cozze. È un periodo d’oro per il cibo made in Naples. Osannato dai turisti, il food partenopeo si è fatto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La liberazione dalle restrizioni passa dalla zuppa di cozze. È un periodo d’oro per il cibo made in Naples. Osannato dai turisti, il food partenopeo si è fatto trovare pronto per l’uscita dalla pandemia con gli incassi da record del giovedì santo. Rinasce, infatti, la «Napoli antica», della cucina nata per la strada, come quella, appunto, della zuppa di cozze. Locali strapieni fin dall’ora di pranzo, code in via Foria e pienone a Chiaia o alla stazione. Le richieste sono state così tante che Corrado, assieme alla Figlia d’o Marenaro uno dei ristoranti più famosi della settimana santa in città, per la serata di ieri ha sospeso le prenotazioni dei tavoli. Solo chi ha fatto la fila, insomma, si è guadagnato la zuppa ai frutti di mare in via Foria. Gli ultimi due anni fatti di restrizioni, delivery e asporto, insomma, sembrano già lontanissimi: il boom è partito già mercoledì. 

È stato il giovedì santo dei record, per il piatto pre-pasquale cucinato dai tempi di Ferdinando I di Borbone nei vicoli della città: lo street food antico e originario, quello dettato dalle necessità della vita popolare di quartiere, con gli antichi pentoloni in cui si mettevano a bollire i frutti di mare, cui veniva aggiunta poi la salsa piccante. L’epicentro della zuppa di cozze, come da tradizione, è stata via Foria, con i due ristoranti specializzati che sorgono uno di fronte all’altro, a pochi passi dall’Orto Botanico: circa 1200 zuppe servite dalla Figlia d’o Marenaro (contando anche l’asporto) e «700» coperti da Corrado. «Il primo anno dopo la pandemia per noi è la rinascita - spiega Ivan Pepe, direttore di Corrado e membro della storica famiglia che gestisce il locale - Il boom è già partito mercoledì. Lo stiamo affrontando con Adelina 2, il macchinario con 4 filtri che pulisce tutte le impurità inventato da mio zio 20 anni fa. Mercoledì abbiamo fatto trecento coperti. Ieri circa 700. Abbiamo interrotto le prenotazioni. È il record storico: la gente ha voglia di evadere da due anni di pandemia». Boom anche alla Figlia d’o Marenaro: «Siamo pieni - racconta Assunta Pacifico, titolare - già dal mercoledì. File lunghissime per la zuppa di cozze: è una tradizione che finalmente ritorna in presenza, ma sta funzionando tantissimo anche l’asporto. Sono circa 1200 le zuppe totali servite solo ieri». 

LEGGI ANCHE Napoli, Diego jr «anticipa» la zuppa di cozze 



Cozze, polipo, olio rosso, maruzze e freselle non solo via Foria. Tutte le principali cucine napoletane ieri si sono attrezzate per la ripartenza della zuppa in presenza. «Dopo anni di restrizioni e zuppa anche in delivery, finalmente si torna alla tradizione - spiega Salvatore Giugliano, chef di Mimì alla Ferrovia - Quest’anno l’asporto non riusciamo a farlo: i turisti sono tanti, e anche loro stanno cominciando a mangiare la zuppa su nostro consiglio. Nostro compito è anche diffondere la tradizione». «Ieri sera abbiamo servito tra le 300 e le 500 persone - racconta Salvatore Travino, titolare di Totore a Mergellina - Tutto il menù all’insegna della Napoli antica: zuppa di cozze, trippa, polipo, insalate e frutti di mare. Finalmente: è arrivata la rinascita». «Un boom inaspettato, viste le proporzioni - aggiunge Paolo Surace di Mattozzi in piazza Carità - Tante persone del quartiere la prendono da asporto e se la portano a casa. Una cinquantina solo da asporto, e altrettante nel locale». «Questo piatto è una tradizione popolare e religiosa di Napoli - commenta Alfonso Mattozzi dell’Europeo - è con questo piatto, tra gli altri, che è nato quello che oggi si chiama street food: la zuppa di cozze era preparata fuori ai “vasci”, bollita. Non va sporcata con ingredienti diversi da quelli originari, come provano a fare alcuni. Questo è uno di quei piatti solo napoletani, di cui il turismo, in evidente ripresa, non fa richiesta. Ieri sera abbiamo servito 60 zuppe: una serata di sold-out». Malgrado i prezzi siano stati ritoccati. Al rialzo.


 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino