Neonato morto, è giallo a Napoli: «Colpa di un rigurgito»

Neonato morto, è giallo a Napoli: «Colpa di un rigurgito»
Un neonato di soli due mesi di vita è morto nella notte tra giovedì e ieri a Napoli. L'allarme è scattato poco prima dell'alba: i genitori del piccolo...

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Un neonato di soli due mesi di vita è morto nella notte tra giovedì e ieri a Napoli. L'allarme è scattato poco prima dell'alba: i genitori del piccolo - che abitano in un palazzo ubicato di fronte al distretto 26 di Pianura-Soccavo, in via Scherillo, vicino alla croce di Piperno - si sono precipitati nella struttura sanitaria della Asl dove di notte c'è un presidio di guardia medica. Secondo alcune testimonianze il bambino mostrava evidenti segni di difficoltà respiratoria e in base a quanto riferito da fonti sanitarie era già cianotico.

Potrebbe trattarsi, dunque, di una polmonite acuta da ingestione di latte, situazione che, se fosse confermata tale causa, sarebbe da ascrivere al più ampio e drammatico capitolo delle morti in culla, ben descritte nella letteratura scientifica. Sarà tuttavia l'esame autoptico a chiarire le esatte origini della morte in quanto il bambino è deceduto per motivi allo stato ignoti, in corso di accertamento. Quel che è certo, invece, è che i carabinieri della compagnia di Bagnoli, intervenuti all'atto della morte denunciata subito dai genitori, hanno disposto il sequestro della salma del neonato su mandato del pm di turno della Procura di Napoli. Gli inquirenti, comunque, non escludono alcuna ipotesi.

L'unica possibilità che va invece scartata a priori, in quanto palesemente falsa, è quella circolata con insistenza sui social relativa alla possibilità che il decesso sia avvenuto dopo la vaccinazione anti Covid: il bambino aveva infatti appena due mesi mentre le vaccinazioni pediatriche anti Covid, partite a Napoli e in Campania giovedì 16 dicembre riguardano la fascia di età che va dai 5 agli 11 anni. Tantomeno risulta vera la notizia che l'evento sia avvenuto nel centro vaccinale di Soccavo: il piccolo è morto in guardia medica notturna presso il distretto di Soccavo. Tutte da accertare, dunque, le cause della crisi respiratoria che ha dato luogo al decesso.

Le più probabili sono tre: che il bambino avesse sviluppato una polmonite da Covid o di altra natura infettiva ma in tal caso i segni clinici sono preceduti dalla febbre e dalla congestione delle vie aeree superiori. Che il bambino avesse sviluppato una bronchiolite da virus respiratorio sinciziale di cui è in atto una epidemia a Napoli. «La mortalità per bronchiolite è bassa, meno dello 0,6% - avverte Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Santobono - quest'anno nel periodo settembre-novembre abbiamo avuto un incremento del 420% rispetto allo stesso periodo del 2019 (nel 2020 non c'è stata epidemia come per tutti gli altri virus). La percentuale di accesso alle terapie intensive è di poco superiore a quella del 2019 (18% contro 13%).

Sono migliorate le tecniche di assistenza respiratoria non invasiva ed i tempi per applicarle ai lattanti che nell'arco del primo anno di vita sono i più esposti». La terza ipotesi è che si sia trattato della cosiddetta morte in culla che può avere varie cause, tra cui l'ingestione nei bronchi e fino ai polmoni di latte, pezzi di pane o corpi estranei. In questo caso l'incidenza è di 1 su 2mila nati. «In tali circostanze l'ostruzione riguarda le basse vie respiratorie. L'unica cosa da fare è la Rianimazione cardiopolmonare che va iniziata in attesa dei soccorsi avanzati preceduta da manovre di disostruzione e poi il massaggio cardiaco. Anche queste manovre sono difficili se l'ostruzione respiratoria è totale. Ci sono alcuni casi in cui purtroppo non c'è nulla da fare».

«La Sids (Sudden infant death syndrome, nda) o morte in culla - aggiunge ancora Alfredo Guarino, ordinario di Pediatria del Policlinico Federico II - tra 1 e 5 mesi è la più frequente causa di morte dei lattanti. Non conosco ovviamente il caso ma se non presentava sintomi respiratori su base infettiva come la febbre e la congestione delle vie nasali è possibile che questa sia la causa. In questo ambito si colloca anche la morte in culla cosiddetta ab ingestis, ossia da ingestione». Situazioni drammatiche che talvolta avvengono durante il sonno e in alcuni casi privi apparentemente di una causa. Considerando dunque le frammentarie notizie sullo stato di salute dello sfortunato bambino spetterà agli inquirenti e agli esami necroscopici fare piena luce sulle cause del dramma vissuto dai genitori.

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Il Mattino