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Riccardo avrebbe compiuto tre mesi il 25 febbraio prossimo. Ma il destino, per lui, ha deciso diversamente: è deceduto il 16 febbraio all'ospedale Monaldi di Napoli dove era stato ricoverato perché continuava a vomitare e non prendeva peso. È morto nello stesso reparto di cardiochirurgia pediatrica finito sotto inchiesta, ad aprile del 2023, per la morte, dopo un intervento al cuore, di Claudio un altro neonato di tre mesi e mezzo di Cicciano. Una premessa: il piccolo Riccardo Di Cristo di Torre del Greco è nato con una cardiopatia ed era in attesa di essere operato, ma alla famiglia non è mai stata prospettata l'ipotesi di urgenza o di pericolo di vita. Anche per questo Alessandro Di Cristo e sua moglie, Yuanyuan Lì hanno deciso di presentare querela contro l'equipe di medici e infermieri che hanno tenuto in cura il loro bambino per alcune settimane. Assistiti dall'avvocato Tommaso Ciro Civitella, vogliono fare luce e capire che cosa è successo nel periodo della degenza e che cosa ha portato Riccardo al decesso.
I coniugi Di Cristo parlano di negligenze e ritardi: il bambino, secondo la loro denuncia, sarebbe stato accompagnato diverse volte in ospedale per continui episodi di vomito e puntualmente sarebbe stato rimandato a casa senza diagnosi certa. Solo l'11 febbraio, dopo molte insistenze da parte dei genitori, è stato disposto il ricovero in cardiochirurgia pediatrica: «La situazione non migliorava», denuncia Alessandro Di Cristo, che aggiunge: «Regnava una confusione ed una negligenza totale, sia in riferimento a quale potesse essere la modalità di somministrazione del latte più idonea, sia in riferimento alla terapia farmacologica e alla modalità di assunzione dei farmaci e alla posologia».
Addirittura, secondo la testimonianza dei genitori del piccolo Riccardo, «al sondino (artigianale) era attaccato il fusto cilindrico di una larga siringa (senza stantuffo) completamente aperta ed esposta a germi e batteri».
Intanto la direzione del Monaldi fa sapere in una nota che «il piccolo è nato con una cardiopatia congenita complessa per la quale avrebbe dovuto essere sottoposto a un intervento chirurgico correttivo intorno ai 5-6 mesi di vita. Intanto era sottoposto a periodici controlli. Nel corso dell'ultimo controllo il suo stato di salute ha richiesto il ricovero per incrementare la terapia medica. Durante il ricovero sono subentrate delle complicanze che hanno richiesto il trasferimento in terapia intensiva. Nonostante l'impegno profuso dai sanitari, purtroppo, non è stato possibile evitare il decesso. L'azienda resta a disposizione dell'autorità giudiziaria per ogni approfondimento. La Direzione e i sanitari tutti che hanno avuto in cura Riccardo esprimono vicinanza alla famiglia».
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