Impossibile vendere le case, a rischio la riparazione delle buche e presto sarà un miracolo pulire con continuità gli uffici comunali. Nella sostanza è...
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Mancano una decina di milioni per ridare vita alla società ed è corsa contro il tempo per trovarli all'interno della stessa Napoli Servizi con il cosiddetto «efficientamento» ma anche e soprattutto con il taglio di alcuni rami d'azienda. Il verde dei cimiteri e anche altro, come lo spazzamento degli edifici pubblici, passeranno entro fine anno ad Asìa. In azienda sono tutti in allerta, perché il nuovo contratto è molto diverso da quello scaduto il 30 giugno. Prima Napoli Servizi veniva pagata a «ribaltamento costi» vale a dire fatto un lavoro si fatturava e si ottenevano i soldi. Il nuovo contratto sarà a «tariffa». Questo significa che i fondi arriveranno quando l'ente li avrà a disposizione. E soprattutto il contratto prima valeva 82 milioni, il nuovo, ammesso che la giunta riuscirà a formularlo entro questa settimana, al massimo 70, con un taglio minimo di 12 milioni. E sono tanti soldi. Se si considera che solo il costo del lavoro, i dipendenti sono 1750, vale oltre 52 milioni, circa l'80% degli introiti, il margine operativo di Napoli Servizi è sotto i 20 milioni. Situazione complessa, cambia pelle l'azienda e questo significa che sacrifici prima o poi li dovranno fare tutti. «Flessibilità» è la parola d'ordine di queste ore, che significa anche come il management di Napoli Servizi dovrà affrontare la nuova situazione utilizzando - se fosse necessario - anche strumenti diversi da quelli messi in campo fino adesso. Il salario accessorio - e stiamo parlando solo di ipotesi - potrebbe essere uno di questi strumenti nuovi. Ovvero collegare alcune missioni - chissà forse proprio gli interventi sulle buche - alla parte accessoria dello stipendio. Ipotesi di lavoro che sono al vaglio. Altrimenti la cessione dei rami di azienda potrebbe andare ben oltre la questione del verde e dello spazzamento.
In un simile contesto alla Napoli Servizi, ironia della sorte, lo stesso Comune ha spedito una cartella esattoriale dal valore di circa 300mila euro che riguarda la tassa sui rifiuti e altre gabelle locali. Il motivo? L'azienda, che ha lasciato quasi del tutto la sede del Centro direzionale, ora occupa sedi di proprietà di Palazzo San Giacomo e dunque deve pagare le tasse all'azionista unico.
L'allarme rosso è scattato e i sindacati non stanno certo a dormire, anzi. Cinque giorni fa hanno chiesto e ottenuto un incontro con Panini e il capo di cabinetto Attilio Auricchio e hanno strappato un documento con il quale arrivano rassicurazioni sul futuro della società. Nel primo punto Palazzo San Giacomo riconosce il «ruolo fondamentale di Napoli Servizi che ha garantito e continuerà a garantire funzioni fondamentali per la città». Documento nel quale il Comune «si impegna a garantire tutti i posti di lavoro e, «in vista di un miglioramento delle condizioni finanziarie dell'ente, per il quale è in atto una intensa attività politica, si impegna a rinnovare il contratto nuovo oltre la scadenza del 30 giugno 2019 per altri 3 anni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino