Purtroppo sulla tragedia vissuta da Noemi, la bimba di 4 anni colpita da una pallottola durante una sparatoria avvenuta a Napoli l’altro venerdì, c’è da...
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Infatti, visitando il profilo di questa persona si nota che le sue uscite sono tutte provocatorie, interventi su argomenti e notizie di attualità pubblicati solo per ottenere reazioni indignate da parte di chi legge. Un giochino che l’ha reso celebre e che lui mette in atto sostenendo che sia un modo per dimostrare come su internet il pubblico sia facilmente manovrabile. Ma in questo caso è lecito chiedersi se non si sia andati oltre la decenza, scrivendo: «Non capisco che ha fatto di male quello che a Napoli ha sparato ad una bambina, mica lo ha fatto apposta, sarebbe potuto succedere a qualsiasi altro napoletano».
Ovviamente, nella giornata di ieri il post ha ottenuto centinaia di razioni, anche divertite, e commenti, mentre sono decine le condivisioni. E sono tante le persone, soprattutto napoletane, che, ritenendo spregevole scherzare sulla tragedia vissuta da una bambina, sono andate a scrivere insulti di vario genere rivolti all’autore, finendo proprio per fare il suo gioco. Stesso discorso vale per chi quel post l’ha condiviso, invitando gli amici a recarsi su quel profilo per scrivergliene quattro.
Reazioni sbagliate che aiutano questi personaggi, siano essi haters o celebri provocatori, a perseguire i propri intenti, innescando anche un pericoloso effetto emulazione. In questi casi, invece, bisognerebbe ignorare le istigazioni e, semmai, segnalare il post e il profilo ai gestori del social network, nella speranza che certi comportamenti vengano censurati e i profili oscurati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino