Nola adotta Sasha, il clochard pestato a sangue dal branco

Sasha, il clochard picchiato dal branco
NOLA - Una casa per Sasha. Il clochard pestato da un branco sulle cui tracce sono già gli uomini della polizia di Stato, sarà ospitato in uno dei centri della Caritas diocesana...

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NOLA - Una casa per Sasha. Il clochard pestato da un branco sulle cui tracce sono già gli uomini della polizia di Stato, sarà ospitato in uno dei centri della Caritas diocesana di Nola. Lo ha annunciato il vescovo di Nola Beniamino Depalma che ha espresso “dolore per il barbaro pestaggio”.




«Sasha - ha detto il pastore della Chiesa nolana, del quale proprio domani ricorrono i 50 anni di sacerdozio - non è solo. Con commozione ho assistito all’ondata di fraternità che i nolani hanno generato, reagendo con l’amore alla violenza. Come Chiesa dobbiamo impegnarci perché questo mare di generosità generi sempre nuove onde».

Colpito dalla spontanea solidarietà scattata a Nola nei confronti dell’uomo di origine ceca ma soprattutto turbato per la inaudita violenza con la quale un gruppo di persone ancora senza nome si sarebbe accanita nei confronti di un uomo da tutti definito “mite ed educato”.



Ed a loro “ai quali è ignoto il rispetto per la vita” che Depalma si è rivolto chiedendo «di pentirsi, assumendosi la responsabilità di quanto commesso». Parole, quelle del vescovo di Nola, che trovano sponda nel messaggio preparato in occasione della Pasqua e che fanno il paio con l’appello a «chiedere perdono per gli errori fatti a danno degli altri, impegnarsi per riconoscere dignità ai deboli».

I deboli come l’uomo massacrato che adesso si trova in un letto di ospedale fasciato come una mummia: ha gli arti fratturati e ferite dovunque.



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