Nube tossica da Airola a Napoli, la mappa del rischio elaborata da «Smoke tracer»

Nube tossica, danni all'esame. L'area più a rischio di contaminazione è quella a sud-ovest di Airola, a confine tra le province di Benevento e Caserta....

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Nube tossica, danni all'esame. L'area più a rischio di contaminazione è quella a sud-ovest di Airola, a confine tra le province di Benevento e Caserta. Tra Arienza, Forchia, Arpaia, Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello. Senza escludere, però, ripercussioni e indagini a Napoli, perché anche qui si avvertono i miasmi. 

A delineare la mappa del pericolo è SmokeTracer, il sistema di tracciamento dei fumi progettato dal dipartimento di Scienze e tecnologie dell’Università Parthenope, in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici e l’Osservatorio regionale sicurezza alimentare della Campania, nell'ambito delle ricerche finanziate dalla Regione Campania. «Il modello si basa sull'analisi dei venti», dice il responsabile scientifico Angelo Riccio, professore associato in fisica per il sistema Terra e il mezzo circumterrestre. E spiega che, tramite le informazioni raccolte, è possibile predisporre i controlli su aria e suolo e correre ai ripari, limitando i danni causati dall'incendio avvenuto ieri in un deposito di plastica ad Airola. Come? Facendo scattare eventuali divieti. Un'attività decisiva, dunque, che rientra tra quelle seguite dal Centro Meteo dell’Ateneo (http://meteo.uniparthenope.it) diretto da Giorgio Budillon.

 

Dalle prime verifiche eseguite dall’Arpac, l'agenzia ambientale della Campania emerge che sono andati a buoco prevalentemente materiali composti da polimero polipropilene, utilizzato per la produzione di componenti per il settore automotive. Prelevati campioni delle acque che giungono all’impianto di depurazione comunale dalla rete delle acque reflue dell’area industriale. Alcuni dati sono disponibili online, ma il grecale continua a favorire la dispersione delle sostanze inquinanti (in concentrazioni basse, finora). Un laboratorio mobile monitora benzene, toluene, xilene, CO, NO, NO2, NOx, ozono, PM10 e PM2.5. E, nei prossimi giorni, è prevista la diffusione dei risultati del monitoraggio delle diossine.

 

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Il Mattino