Ricostruito il tragitto dell’antica Via Minervia a Punta della Campanella da due archeologi campani: il salernitano Carmelo Rizzo e dalla vicana Rosa Cannavacciuolo e...
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L’iscrizione infatti parla di tre magistrati di diversa etnia che avrebbero appaltato la costruzione dell’approdo marino al tempio. Questo perché Punta della Campanella ed il suo santuario costituivano lo spartiacque geopolitico ed il confine naturale tra la dominazione romana e quella osca. “Abbiamo indagato tutti i tagli nella roccia – ci dice Rizzo – di tutti i percorsi viari del 1800 e del 1500 ed all’interno di questi abbiamo ritrovato le tracce dell’antico percorso viario romano: la strada era fatta di blocchi di calcare locale, mentre i muri di contenimento a valle ed a monte erano costruiti con la calce, la malta e la pozzolana. La strada era di 2 metri – come quella che da Pompei portava a Nocera, o come l’Appia - e questo testimonia dell’importanza fondamentale di questo tratto che rispetto ai rifacimenti successivi correva più a valle prima dell’arrivo al presidio militare della prima età imperiale”.
Come è noto la Punta della Campanella era anche in età greca un crocevia mitico importante, perché come ricorda Omero nell’Odissea era il luogo delle sirene che ammaliarono Ulisse. Nelle prossime campagne di scavi gli archeologi hanno in animo di ricostruire l’intero percorso finale della Minervia ed il sogno è quello di farne un percorso archeologico visitabile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino