Due giorni di ricerca e preoccupazione, trascorse con l’ansia di non potersi fare l’antitetanica. È così che un 30enne napoletano, residente a...
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«Tutte le farmacie dove ci siamo recati non avevano l’antitetanica ed abbiamo girato vari quartieri della città – spiega indignata Valeria, la fidanzata del giovane - molte di queste ci hanno detto che l’avevano ordinata da tempo ma che non era arrivata e probabilmente non arriverà». I due fidanzati hanno girato i quartieri di Chiaia, del Vomero, la zona di Piedigrotta fino a Posillipo, alla ricerca dell’antitetanica, per un totale di 40 farmacie ma nessuna era fornita del medicinale. «Eravamo molto preoccupati perché la fiala va utilizzata entro 24 ore dal ferimento - continua Valeria - alcuni farmacisti ci avevano consigliato un antibiotico ed una crema, in sostituzione ma la nostra ansia aumentava sempre più perché sappiamo che solo l’antitetanica garantisce la giusta copertura».
Anche negli ospedali le uniche scorte vengono utilizzate solo per i ricoverati e ieri, al Fatebenfratelli, i due giovani si sono allontanati dal presidio dopo oltre un’ora di attesa durante la quale non era stato garantito l’utilizzo del medicinale. La disperata ricerca del medicinale si è conclusa stamane, quando Valeria e il suo ragazzo hanno recuperato la medicina in una farmacia su via Duomo, nel centro storico. «Ci hanno detto che era l’ultima fiala di scorta - conclude la ragazza - siamo stati fortunati perché era una rimanenza ma troviamo assurdo dover girare due giorni per la città fino a comprare a 20 euro un medicinale che è introvabile ma necessario in questi casi».
In realtà il problema non è solo napoletano ma riguarda tutto il paese. «Il prodotto è ormai distribuito da poche ditte internazionali e tutta l’Italia ne è a corto - chiarisce Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli - sono già dieci anni che si registrano carenze sul mercato farmaceutico ed in questi ultimi tempi non ne viene prodotto in proporzione alla richiesta». In pratica le farmacie lo ordinano ma il prodotto non arriva a destinazione. «Ci sono prenotazioni di ordini che risalgono ad anni fa e scorte dove è possibile trovarlo ma con difficoltà - aggiunge Di Iorio - il punto è che gli ospedali ne dovrebbero essere maggiormente forniti ed averlo disponiile nei pronto soccorso piuttosto che prescriverne l’uso, determinando così anche frustrazione e traumi psicologici nei pazienti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino