Ombre nei bilanci e uno strano furto, così la Sma finì nel mirino dell'Anac

Ombre nei bilanci e uno strano furto, così la Sma finì nel mirino dell'Anac
È un pomeriggio dell'11 aprile del 2016 quando si accendono, ufficialmente, i fari dell'Anac sulla Sma Campania. Audizione fiume in cui i dirigenti della struttura...

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È un pomeriggio dell'11 aprile del 2016 quando si accendono, ufficialmente, i fari dell'Anac sulla Sma Campania. Audizione fiume in cui i dirigenti della struttura guidata da Raffaele Cantone audiscono due quadri della società regionale che nelle settimane precedenti hanno segnalato diverse anomalie. Molte. Troppe.


A cominciare dai bilanci «non approvati del 2013, 2014, 2015 e allo stato risultano perdite per dieci milioni di euro», passando per «rendicontazioni carenti», «carte di credito intestate all'amministratore unico ma senza rendicontazioni». A parlare è un dirigente della Sma che chiede riservatezza del suo nome per l'audizione a Roma. L'altro invece è Fausto Morrone, ex segretario Cgil di Salerno, che nella società della Regione ricopre l'incarico di responsabile della Trasparenza e della prevenzione della Corruzione «ma - specifica nel verbale - non è messo nelle condizioni di svolgere il suo incarico». I due illustrano un quadro con troppe ombre e anomalie a cominciare dal controllo che si deve su una società «le cui procedure sono di una ente privato e non di un soggetto pubblico quale è la Sma». E i controlli? Appunto, ecco l'anomalia: «Il mancato controllo da parte della Regione sulla società in house, totalmente assente. Anche per quanto riguarda gli acquisti in cui non si capisce perché non è coinvolta la Soresa (l'ente unico regionale che se ne occupa, ndr)», viene messo sempre a verbale.

E, ancora, viene segnalato l'incongruenza del pagamento degli emolumenti dovuti all'allora ad, Raffaele Scognamiglio (nominato dalla giunta Caldoro e in carica sino a fine novembre 2016). «Altro fatto anomalo - dicono in audizione - è il pagamento diretto del dipendente della Regione divenuto amministratore unico che, secondo la normativa, non dovrebbe percepire».

Troppe ombre, troppe incongruenze che spingono l'Anac a delegare la Guardia di Finanza per le perquisizioni negli uffici della Sma per «presunti illeciti, come da fascicolo riservato 239/2016» nell'autunno successivo. Siamo a fine ottobre e l'acquisizione dei documenti va avanti per giorni finché avviene uno strano furto il weekend successivo al ponte dei morti 2016: alcuni ladri riescono ad intrufolarsi negli uffici amministrativi e portano via 2 computer. Salvo poi rendersi conto, ad oltre un mese di distanza, come in quel furto siano spariti altri 2 pc con tutta la contabilità che i finanzieri vogliono acquisire. Se ne occupa sempre l'ad il 23 dicembre successivo implementando la precedente denuncia anche se nel frattempo è stato avvicendato da quel Lorenzo Di Domenico che è la prima testa a saltare, venerdì scorso, dopo la pubblicazione della videoinchiesta di Fanpage.

 


«L'ispezione si concluse senza che le fiamme gialle potessero acquisire una serie di documenti, stranamente trafugati in un furto in azienda, quanto mai tempestivo se la cui refurtiva risultò essere quasi esclusivamente materiale cartaceo», ricorda oggi Morrone.

Ma le cose non cambiano se, sempre Fausto Morrone, nel corso del 2017 inizia a chiedere conto, via mail (e per conoscenza sempre agli uffici di Raffaele Cantone), di fatture che non tornano, che vengono pagate senza tutti i riscontri e alcuni appalti risultano dispersivi. Come quello per la manutenzione dei mezzi della società su cui l'Anac nel frattempo apre un'altra indagine e nell'aprile scorso manda tutto alla Corte dei Conti. Come a dire che nulla è cambiato nonostante l'avvicendamento dell'amministratore unico appena dimessosi. «Le attività su cui si è registrato un anomalo comportamento - scrive l'ex sindacalista Cgil in una delle ultime relazioni nel 2017 - sono quelle degli acquisti di beni e servizi dove, si è proceduto a una frantumazione eccessiva ed ingiustificata della spesa ed aggiudicazioni discutibili; quella della gestione della carte di credito aziendali e quelle di prelievo carburante; quella dell'utilizzo diffuso delle auto di servizio anche noleggiate a breve termine e, quindi, più onerose nonché quella dei numerosissimi avanzamenti di carriera concessi a una parte sostanziosa del personale, avvenuta in regime privatistico».

Tutto materiale finito poi nell'inchiesta dei magistrati napoletani. E proprio oggi si incontreranno il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, e il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo. Al centro del colloquio l'inchiesta su appalti e rifiuti condotta dai pm partenopei.
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Il Mattino