Omicidio ad Acerra, omertà e paura: torna l'incubo della faida di camorra

Omicidio ad Acerra, omertà e paura: torna l'incubo della faida di camorra
È scattato il coprifuoco ad Acerra, già in pieno giorno. L'altro ieri, subito dopo il duplice omicidio dei giovani Vincenzo Tortora e Pasquale Di Balsamo, la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

È scattato il coprifuoco ad Acerra, già in pieno giorno. L'altro ieri, subito dopo il duplice omicidio dei giovani Vincenzo Tortora e Pasquale Di Balsamo, la città sembrava paradossalmente più animata, segnale che più passa il tempo è più la tensione sale. Le strade erano semideserte già a mezzogiorno, in centro, cioè nei meandri in cui, all'una della notte tra giovedì e venerdì, Tortora e Di Balsamo si sono inseguiti, il primo in auto e il secondo su uno scooter, per poi ammazzarsi a vicenda a colpi di pistola.

Un duello da far west urbano, iniziato davanti alla corona di alloro il 25 aprile il capo dello Stato, Sergio Mattarella, aveva deposto sulla lapide che ricorda le vittime della strage nazista del 1943. Una sparatoria scaturita da un odio reciproco generato a sua volta da motivi che gli inquirenti stanno tentando di scoprire. Ma l'omertà regna sovrana. Bocche cucite e volti guardinghi e sospettosi. È rimasta in silenzio anche la politica, a meno di un mese e mezzo dalle elezioni comunali. Le preoccupazioni che il fatto di sangue possa far generare un conflitto tra clan ci sono, si palpano nell'aria. Nello «squadro», il decumano del centro storico, c'è già chi parteggia apertamente per l'uno o l'altro dei due giovani. «Pasquale era bravo, era quell'altro, Vincenzo, che aveva torto», afferma senza peli sulla lingua un cinquantenne che frequentava la famiglia Di Balsamo. Una famiglia quasi estinta quella dei Di Balsamo. Pasquale era figlio unico e a sua volta non aveva figli mentre il papà, Simone, qualche anno fa ebbe un malore in moto e morì. Adesso tra la zona del corso della Resistenza, dove abitava Pasquale, e il rione Sant'Anna, dove viveva Vincenzo, si è alzato un muro. «Vincenzo? Era un bravo ragazzo risponde in napoletano un giovane a passeggio nella zona di Sant'Anna -. È stato provocato e ha risposto, evidentemente gli avevano fatto un torto grave». 

Fazioni contrapposte, questioni d'onore da risolvere col sangue. Ma c'è pure chi vuole gettare acqua sul fuoco. «La camorra non c'entra ripete un commerciante i capi delle famiglie Avventurato e Tortora sono in pace tra loro e desiderano che si mantenga la pace». Secondo i carabinieri agli Avventurato apparteneva Pasquale Di Balsamo. Invece Vincenzo Tortora faceva capo al clan omonimo. «I giovani aggiunge una fonte locale bene informata - spesso fanno di testa loro e prendono decisioni autonome e avventate, in contrasto con i reali desideri degli anziani».

I carabinieri intanto presidiano Acerra. Stanno interrogando molti pregiudicati e i loro parenti. È trapelato che sarebbero coinvolti nella sparatoria altri tre ragazzi, due dei Tortora e uno dei Di Balsamo. Gli investigatori stanno analizzando i filmati della videosorveglianza pubblica e privata. Non si esclude che alcuni personaggi possano essere già stati identificati e fermati. Ma la situazione resta in bilico. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino