Omicidio a Boscotrecase, il 49enne ucciso era fratello del «killer dello zainetto»

Omicidio a Boscotrecase, il 49enne ucciso era fratello del «killer dello zainetto»
Era vicino agli ambienti criminali dei Mazzarella-D’Amico, Gaetano Ariosto, il 48enne ammazzato questo pomeriggio a Boscotrecase in un agguato di chiaro stampo camorristico....

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Era vicino agli ambienti criminali dei Mazzarella-D’Amico, Gaetano Ariosto, il 48enne ammazzato questo pomeriggio a Boscotrecase in un agguato di chiaro stampo camorristico. Secondo quanto riferito dagli investigatori dell’Arma, incaricati di fare luce sull’accaduto, il raid sarebbe avvenuto poco dopo le 15 quando la centrale operativa è stata allertata da alcuni residenti che segnalavano l’esplosione di colpi d’arma da fuoco in via Rio. Una volta sul posto, una zona di campagna del comune vesuviano, i carabinieri hanno trovato il corpo di Ariosto, mortalmente ferito da un solo proiettile alla schiena che, verosimilmente, lo ha raggiunto mentre tentava di scappare dai suoi sicari.

Residente in via Bernardo Quaranta, nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio, Ariosto era persona nota alle forze dell’ordine non solo per alcuni vecchi precedenti ma anche perché fratello di Pasquale Ariosto alias ‘o guercio, quest’ultimo, secondo il racconto dei collaboratori, persona di fiducia del boss detenuto Roberto Mazzarella.

Non solo. Pasquale Ariosto è stato condannato per l’omicidio di Luigi Mignano, cognato dei fratelli Rinaldi, questi ultimi a capo di un cartello criminale nemico giurato dei Mazzarella. Un omicidio su cui ha riferito, in tempi recenti, il collaboratore di giustizia Umberto D’Amico, ex esponente di spicco dell’omonimo sodalizio criminale che si occupò, materialmente, dell’agguato. Un delitto, secondo il racconto del collaboratore, deciso per vendicarsi dopo l’ennesimo affronto subito dai rivali.

«Francesco Rinaldi, dopo essere stato picchiato da dieci di noi per la storia dello scooter, andò presso la paninoteca di Gaetano Ariosto e buttò a terra il furgone dei panini e picchiò chi stava facendo i panini, cioè il gestore». Immediatamente, racconta D’Amico nei suoi verbali, si decise di colpire i Rinaldi ma siccome questi, per timore di una ritorsione non si facevano vedere in giro, come bersaglio della rappresaglia fu scelto Mignano. L’agguato, cui partecipò anche ‘o guercio, scattò la mattina scattò la mattina del 9 aprile 2019 mentre la vittima, come ogni giorno, stava accompagnando il nipotino di soli 3 anni a scuola.

I killer entrarono in azione incuranti della presenza di numerosi altri scolari e dei loro genitori, e non lasciarono scampo a Mignano, colpito mentre stava scendendo dalla stessa auto su cui viaggiava il nipotino rimasto, miracolosamente, illeso. Un delitto che fece scalpore soprattutto per la ferocia mostrata dai sicari. Le indagini, però, portarono, nel giro di pochi mesi, all’individuazione di mandanti ed esecutori. L’ultimo a finire in manette fu proprio Ariosto, ammanettato dopo un periodo di latitanza. Inevitabile, quindi, che l’omicidio avvenuto oggi abbia portato gli investigatori a ipotizzare una vendetta postuma per la morte di Mignano. C’è, infatti, anche questa ipotesi al vaglio anche se non è l’unica.

 

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Il Mattino