Per la seconda volta, nell’arco di poco più di un mese, Francesco V., il babykiller del centro storico, legato alla cosiddetta «paranza» e accusato di...
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Nel dettaglio è accaduto che il 28 novembre scorso a Francesco è stata notificata una misura cautelare in carcere per l’omicidio di Mario Mazzanti, il giovane assassinato il 3 maggio 2015, secondo l’accusa per essere intervenuto a dirimere una lite tra ragazzi nella zona delle «Chianche». Si trattava del provvedimento che il Tribunale per i minorenni di Napoli aveva emesso dopo un primo annullamento, delegando i colleghi di Catania a occuparsi dell'applicazione dal momento che il babykiller è detenuto in Sicilia per scontare una vecchia condanna per un diverso reato.
Il problema è sorto perché, come rilevato dai difensori, l’interrogatorio che ha preceduto la notifica di questo provvedimento cautelare è stato svolto dal pubblico ministero e non dal giudice per le indagini preliminari come invece prevede la legge per iter di questo tipo. Di qui l’inefficacia della misura cautelare e la scarcerazione di Francesco che è tornato indagato a piede libero nell’inchiesta sul delitto Mazzanti. A fine ottobre per il presunto babykiller scattò il primo ordine di arresto, sempre per la stessa accusa, l'omicidio ai Quartieri Spagnoli. Francesco era già in cella per un’altra vicenda. Gli inquirenti lo accusarono di aver assassinato Mazzanti e ne chiesero la custodia cautelare in carcere. Il gip firmò l’arresto e si procedette all’esecuzione della misura. A quel punto ci fu il primo cavillo perché l’interrogatorio di garanzia, quello che di prassi viene fissato entro cinque giorni dalla notifica del provvedimento cautelare, si tenne oltre il termine e la misura fu dichiarata inefficace. Ieri un nuovo cavillo e la nuova scarcerazione del presunto babykiller. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino