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Uno sgarro nel mondo della droga. Sarebbe questo, per gli investigatori, il movente dell’omicidio di Enrico Marmoreo, ucciso con otto colpi di pistola sabato scorso. La vittima, infatti, negli ultimi tempi era stata controllata insieme ad esponenti della mala di Pianura e, in particolare, a soggetti ritenuti vicini al gruppo Esposito-Marsicano, particolarmente attivo nello spaccio di stupefacenti.
Non è tutto. Alcuni anni fa, poco più che maggiorenne, fu arrestato perché trovato in possesso di quasi tre chili di droga. Fermato a un posto di blocco e sottoposto a perquisizione, nelle sue tasche, gli investigatori trovarono le chiavi di un locale al cui interno fu rinvenuta la droga, uno scooter rubato e circa duemila euro in contanti. Il sospetto è che Marmoreo, all’epoca poco più che maggiorenne, fosse il custode di un deposito in uso a qualche organizzazione criminale che operava nell’area occidentale di Napoli.
Tornato in circolazione, sebbene con un profilo più basso, Marmoreo avrebbe ripreso a frequentare gli ambienti dello spaccio pianurese avvicinandosi, questa la teoria investigativa, ai nuovi ras della zona che hanno preso il controllo del territorio dopo la disarticolazione dei clan Mele e Pesce-Marfella. Ed è proprio nel quartiere flegreo che si sono concentrate le attenzioni delle forze dell’ordine impegnate nella ricerca dei killer di Marmoreo. Il motivo è che già da diverse settimane sono state registrate fibrillazioni tra i sodalizi proprio per quanto riguarda la gestione del mercato degli stupefacenti. Fibrillazioni confermate dai recenti sequestri di armi, l’ultimo dei quali un giorno prima dell’omicidio del 25enne. Un blitz, quello condotto dalle forze dell’ordine, nato grazie alla telefonata di alcuni residenti di via Torricelli che segnalava, sul terrazzo di uno dei palazzi della zona, la presenza di uomini armati. All’arrivo degli investigatori, però, le vedette della camorra si erano già dileguate facendo perdere le proprie tracce. Le perquisizioni, in quello che è considerato il fortino del sodalizio Carillo, erede dei Pesce-Marfella ha permesso, tuttavia, di recuperare oltre a un significativo quantitativo di droga anche due pistole, una delle quali, si è scoperto, poi, a salve.
Un altro aspetto su cui si stanno concentrando gli investigatori è quello della possibile trappola in cui la vittima sarebbe stata attirata. Il corpo di Marmoreo è stato trovato riverso all’interno dell’abitacolo della sua Fiat 500, vettura parcheggiata a pochi metri da uno degli accessi allo stadio Diego Armando Maradona. Secondo una ricostruzione plausibile, la vittima si sarebbe dovuta incontrare con qualcuno che conosceva bene e di cui si fidava ma all’appuntamento, invece, si sono presentati i suoi assassini che non gli hanno lasciato scampo.
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