Omicidio Terracciano, l'unica condanna è per l'ex boss Mariano

Omicidio Terracciano, l'unica condanna è per l'ex boss Mariano
Per l’omicidio di Francesco Terracciano, assassinato il 20 settembre 2010 in piazza Francese a Napoli, il processo si è concluso con la condanna del boss pentito e...

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Per l’omicidio di Francesco Terracciano, assassinato il 20 settembre 2010 in piazza Francese a Napoli, il processo si è concluso con la condanna del boss pentito e l’assoluzione dei due imputati che lo stesso ex boss aveva tirato in causa. La sentenza è stata emessa dal giudice Ferrigno a conclusione del processo con rito abbreviato. L’ex boss Marco Mariano è stato condannato a dodici anni di reclusione mentre sono stati assolti Arcangelo Trongone (difeso dall’avvocato Sergio Morra) e Edoardo De Crescenzo (difeso dagli avvocati Gaetano Inserra e Fabio Amodio). Secondo l’accusa, che ne aveva chiesto la condanna all’ergastolo, Trongone, ras della zona, avrebbe curato fasi dell’organizzazione dell’agguato e di De Crescenzo sarebbe stato uno degli uomini del commando (un altro presunto killer sarebbe morto nel frattempo in un altro agguato). Nel processo la difesa ha puntato a sostenere la mancanza di riscontri diretti alle dichiarazioni di Mariano, dal momento che del delitto in questione gli altri collaboratori avrebbero parlato solo de relato, riferendo informazioni apprese da terze persone, e ha puntato a minare la ricostruzione dell’agguato rivelata dal boss pentito battendo sul fatto che Mariano in aula, in un altro processo, aveva dichiarato di non conoscere una delle persone che un mese prima aveva accusato del delitto.


La vittima era il fratello di Salvatore Terracciano, un boss dei Quartieri che nel 2006 e per un limitato periodo fu collaboratore di giustizia. Ma Francesco Terracciano non fu ucciso per questo. La sua morte fu decisa, secondo il ricordo del pentito, in un summit in yacht al largo del golfo di Napoli durante il quale Marco Mariano e altri esponenti di famiglie camorristiche dei Quartieri e Santa Lucia, guardando Castel dell’Ovo dal mare, decidevano di eliminare chiunque non avesse rispettato i voleri del boss. Mariano a quel tempo era da poco tornato libero dopo una reclusione durata oltre vent'anni. Si rivolse a Terracciano che aveva amicizie al Porto di Napoli per avere via libera alle barche con cui fare importazioni di droga. Secondo altri pentiti a Terracciano chiese soldi. Ad ogni modo la risposta di Terracciano a Mariano fu sempre no, rifiutando di soddisfare le sue pretese, e per questo fu condannato a morte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino