Napoli. Omicidio di Vincenzo Amendola, catturati a Viterbo Formicola jr e complice: erano in un casolare con le nonne

Napoli. Catturati Gaetano Formicola e il suo complice Giovanni Tabasco. I due sono stati presi a Viterbo e sono ritenuti i killer di Vincenzo Amendola, il 18enne ucciso con...

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Napoli. Catturati Gaetano Formicola e il suo complice Giovanni Tabasco. I due sono stati presi a Viterbo e sono ritenuti i killer di Vincenzo Amendola, il 18enne ucciso con colpi di pistola in faccia e sotterrato in un terreno del quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli. 


Blitz della Squadra Mobile della Questura di Napoli e di Viterbo, i due si nascondevano da un mese dopo le accuse di un loro complice. Formicola e Tabasco hanno entrambi 20 anni. Il 19 febbraio scorso venne fermato dalla Polizia un altro giovane, 23 anni, amico della vittima, ritenuto coinvolto nell'omicidio. Le indagini che hanno portato all'arresto dei due presunti killer sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Formicola è figlio del boss detenuto dell'omonimo clan Antonio Formicola. La dinamica dell'omicidio di Vincenzo Amendola, 18 anni, venne descritta agli inquirenti da Gaetano Nunziato, 23 anni, amico della vittima, fermato dalla Polizia lo scorso 19 febbraio dalla Polizia. Amendola è stato ucciso la notte tra il 4 e 5 febbraio scorsi e trovato 14 giorni dopo, sotterrato in un terreno del quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli. I killer gli spararono due colpi: uno all'occhio e l'altro, fatale, alla tempia. Del suo caso si occupò anche «Chi l'ha visto?
»: i genitori rivolsero un appello accorato perché tornasse a casa.

I due si erano rifugiati in un casolare in compagnia delle rispettive nonne giunte da Napoli. Formicola e Tabasco devono rispondere di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso. Erano destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli. Gaetano Formicola, figlio del boss Antonio, e Giovanni Tobasco - rintracciati in un casolare in via Cassia Sud di Viterbo - non hanno opposto resistenza all'arresto e non erano armati.
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Il Mattino