“L’allarme obesità in Campania non diminuisce e continua a essere particolarmente grave anche tra i minori. La nostra regione detiene ancora il triste record...
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Il simposio comincerà venerdì 15 febbraio alle ore 10 dopo i saluti delle autorità, per affrontare le complicanze endocrine e metaboliche del paziente obeso, il deficit di vitamina D, l’approccio farmacologico e le problematiche legate alla tiroide. Si proseguirà nella giornata del 16 febbraio con le ricerche, le terapie, la chirurgia bariatrica, le diete e l’incidenza sulla fertilità e la sessualità nei pazienti obesi. Un confronto a tutto tondo sul tema che riguarda migliaia di persone.
“Anche in tali contesti scientifici va ricordato che la prevenzione primaria, oltre a garantire un abbassamento delle percentuali di malati, riduce anche i costi per la sanità pubblica. Intendiamo così anche ribaltare l’approccio alla cura delle malattie. Bisogna ricercare le cause più che mirare alla semplice terapia sugli effetti. E lo stile di vita, il mangiare bene, il dormire adeguatamente, l’esercizio fisico, rappresentano un elemento essenziale per ridurre l’impatto che le malattie hanno sulla nostra popolazione che purtroppo continua ad avere percentuali troppo alte di obesi e grandi obesi. OPERA (ovvero Obesity Programs of nutrition, Education, Research, Assessment of the best treatment) vuol rappresentare il miglior strumento per attivare ancor più concretamente la comunità scientifica in questo campo", prosegue Annamaria Colao. “L’obesità risulta essere un problema che riguarda principalmente le categorie sociali svantaggiate, vale a dire la fascia di popolazione che presenta minori livelli di istruzione e maggiori difficoltà ad accedere all’assistenza medica, a causa dei bassi livelli di reddito. Nonostante la Campania detenga il primato per la percentuale di obesi sul territorio italiano, è ancora difficile la fruibilità di pacchetti ambulatoriali complessi per l’obesità demandando ai medici di base e ai pediatri la prescrizione dei singoli codici delle prestazioni incluse nel pacchetto, producendo ricette separate per ogni prestazione appartenente ad una branca specialistica diversa. Questa modalità di prescrizione del PAC non consentirà al paziente obeso di avere nessun vantaggio rispetto all’esecuzione dei singoli esami e consulenze non inseriti all’interno di un percorso assistenziale, rendendo difficoltoso una seria presa in carico dei bisogni complessi e rendendo i percorsi assistenziali non lineari e fruibili per professionisti e pazienti. Il tutto si tradurrà in una mancata prevenzione e trattamento delle patologie che si associano all’obesità (diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari, tumori, malattie osteoarticolari) che attualmente sono quelle che maggiormente gravano sulla spesa del Sistema Sanitario Nazionale”, conclude Annamaria Colao ai vertici della lista degli scienziati italiani nel mondo e prima assoluta dell’endocrinologia italiana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino