Sant'Anastasia. Muore a cinquantatré anni, cinque pochi giorni dopo essersi fatta introdurre nello stomaco un «palloncino intragastrico». Francesca Esposito...
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Una conoscente l'aveva indirizzata alla clinica Trusso di Ottaviano e al medico che l'ha poi «operata».Un intervento statisticamente a bassissimo grado di mortalità ma comunque invasivo. Così «Franchina», il nome con il quale i familiari la chiamavano affettuosamente, ha deciso di andare contro i consigli della mamma e della sorella e martedì 29 marzo, si è fatta introdurre in endoscopia il dispositivo che le avrebbe indotto una sensazione di sazietà, aiutandola a dimagrire. La donna è stata dimessa dalla clinica Trusso già il giorno successivo. Stava abbastanza bene, Francesca, una volta rientrata dalla clinica. Ma giovedì 31 marzo sono cominciati sintomi che l'hanno spinta a chiamare il medico che le aveva praticato l'intervento. Aveva conati di vomito, non riusciva a trattenere nemmeno un bicchiere d'acqua, si sentiva male.«Il medico le ha risposto di andare in ospedale se avesse vomitato sangue conferma una familiare ma non è accaduto».
Di sangue nessuna traccia ma il giorno successivo Francesca è rimasta a letto. La tragedia si è consumata sabato mattina. L'ambulanza è arrivata in casa Esposito poco dopo, ma era già troppo tardi. È stato il medico del 118 a chiamare i carabinieri. Dalla clinica, intanto, l'amministratore Mario Pietracupa esprime cordoglio, solidarietà e vicinanza alla famiglia. «Riteniamo l'aspetto umano ed emozionale prioritario rispetto a qualsiasi altra valutazione dice l'amministratore unico della Cardiomed Spa che gestisce la casa di cura Trusso . Abbiamo già dato disponibilità e collaborazione per le valutazioni di carattere medico legale. Condividiamo che siano eseguiti gli accertamenti del caso, anche perché la paziente era stata dimessa già da qualche giorno in buone condizioni di salute ed è anche nostro dovere e interesse comprendere la dinamica degli eventi». Fuori dall'abitazione di Sant'Anastasia dove Francesca ha vissuto, un drappo listato a lutto. Per l'ultimo saluto, i familiari dovranno aspettare che sia eseguita l'autopsia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino