«Ora un osservatorio permanente sulle povertà educative e l'inclusione»

Creare un osservatorio permanente sulle povertà educative e l'inclusione, che diventi luogo di confronto e di scambio di buone pratiche, alla luce di una crisi...

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Creare un osservatorio permanente sulle povertà educative e l'inclusione, che diventi luogo di confronto e di scambio di buone pratiche, alla luce di una crisi economico-sociale che si preannuncia dura proprio in quelle realtà che avrebbero più bisogno di combattere abbandono e dispersione scolastica. È una delle proposte lanciate da Paola Bortoletto, neo presidente dell'Associazione nazionale dirigenti scolastici nel corso della sua relazione all'undicesimo congresso dell'Andis a Pimonte.

L'Andis - informa un comunicato - è la più grande e antica associazione professionale (non sindacale) dei dirigenti scolastici, è stata fondata nel 1988 e ad oggi conta più di mille dirigenti scolastici iscritti in tutte le regioni d'Italia. Una realtà che, sottolinea Bortoletto, «ha svolto un ruolo propositivo con grande spirito di responsabilità e collaborazione con le istituzioni in un momento storico complesso, per via del Covid e oggi dell'impatto che la guerra sta avendo, che rilancia l'importanza del sistema scolastico e della formazione delle future generazioni».

Andis chiede al governo maggiore attenzione sull'edilizia scolastica, «non possiamo accettare che la montagna del Pnrr partorisca il topolino di appena 216 scuole», dice Bortoletto, ma anche più risorse sul sistema integrato 0-6. «Dobbiamo puntare sul rilancio dell'Istruzione Professionale offrendole piena dignità, valorizzando le scelte dei ragazzi, offrendo loro ambienti di apprendimento motivanti partendo da un nuovo modo di ripensare il rapporto scuola/lavoro». Occorre poi rilanciare il Sistema nazionale di valutazione per non cadere nell'autoreferenzialità, e investire sulla valutazione formativa che accompagna il processo di apprendimento intrecciandosi con l'insegnamento. Infine il tema della cruciale della formazione iniziale e in servizio e delle procedure di reclutamento sul quale, conclude la neo presidente Andis, «non può essere trascurato il fatto che la formazione più generativa è quella ancorata alla ricerca di base, ai percorsi di ricerca-azione, ad una progettazione delle scuole che possono avvalersi della collaborazione dell'associazionismo professionale e dell'Università».

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Il Mattino