Un algerino, di 37 anni, ex studente dell'Orientale di Napoli: è il presunto autore del primo manuale del jihadista scritto in italiano e diffuso sul web. Lo ha rivelato il...
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Ma è giallo. «Le indicazioni disponibili sono molto vaghe» dice Elda Morlicchio, rettrice dell'Orientale, che spiega: «Nella nostra banca dati non risultano studenti ed ex studenti che hanno come iniziali del nome K.H. oppure H.K. e corrispondono alle caratteristiche indicate». La banca dati, del tutto informatizzata, comprende quelli che hanno completato il percorso di studi, ma anche quelli che hanno rinunciato alla carriera, e consente di consultare i profili archiviati negli ultimi 15 anni.
Al momento risultano 10 mila iscritti in Ateneo e «ogni anno si contano 300 matricole dei corsi di arabo, di cui meno del 5 per cento di origine straniera. Ma non tutti frequentano le lezioni: una fascia di immigrati punta solo a ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno» afferma Roberto Tottoli, che insegna islamistica ed è direttore del dipartimento Asia Africa e Mediterraneo. «Il pamphlet che ho letto on line - ragiona il docente - è scritto in un buon italiano: potrebbe esser opera di un immigrato di seconda generazione o aiutato da un madrelingua, ma di certo è destinato ai soli musulmani perché dimostra anche una ottima conoscenza dei detti arabi, attraverso citazioni tecniche».
Incrociando i dati sugli iscritti universitari e le informazioni sul manuale, Tottoli allontana ombre e timori: «Escluderei che l'Orientale possa essere il luogo di aggregazione per arruolare terroristi, per il numero ridotto di studenti potenziale obiettivo della propaganda e per i rari contatti con le comunità locali. Salafiti e jiadisti non si vedono nelle nostre aule universitarie». Agostino Cilardo, docente di diritto islamico all'Orientale, precisa: «Un manuale di quel tipo è totalmente fuori dagli schemi e dai rapporti normali tra religione islamica e Stato italiano».
La rettrice sottolinea: «L'Università ha una funzione opposta allo scopo contenuto nel manifesto, è da sempre luogo di incontro di lingue e culture diverse. Il nostro ruolo nella formazione serve a inquadrare nella giusta luce e prospettiva anche fenomeni così difficili e complessi come quelli del mondo islamico». Non a caso, è in corso già da settimane un ciclo di incontri sul tema, «I saperi dell'Orientale», promosso da Morlicchio e Tottoli e il prossimo dibattito incentrato sulla legge islamica è fissato per domani, alle 20, a Palazzo Du Mesnil (via Chiatamone 62). Di shari‘a si discute con Carlo De Angelo, docente di storia dell'Islam contemporaneo. «Per spiegare - conclude Morlicchio - anche ai non addetti ai lavori cosa significa islam e musulmani e fare un distinguo tra la vera cultura del Medio Oriente e le manifestazioni di fanatismo ed estremismo che sono stigmatizzate dallo stesso mondo islamico. La difficile situazione internazionale richiede più che mai studi e analisi: attraverso la conoscenza si può favorire una convivenza pacifica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino