«Si ammalano due anestesisti, e il paziente in sala operatoria torna indietro». Liste di attesa troppo lunghe, lettera in Procura

«Si ammalano due anestesisti, e il paziente in sala operatoria torna indietro». Liste di attesa troppo lunghe, lettera in Procura
Entra in sala operatoria, inutilmente: ha 91 anni, una frattura al femore, ma i chirurghi non possono eseguire l’intervento perché mancano gli anestesisti. Il...

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Entra in sala operatoria, inutilmente: ha 91 anni, una frattura al femore, ma i chirurghi non possono eseguire l’intervento perché mancano gli anestesisti. Il paziente viene riaccompagnato in reparto, all’ospedale San Paolo: la cura è rinviata, l’assistenza si ferma per le pesanti carenze di personale in organico causate negli anni dal blocco del turn over e accentuate dalle più recenti norme sui turni che non consentono di provvedere a tante ore di straordinario, e per sollecitare soluzioni e segnalare le liste di attesa più lunghe una lettera è stata già inviata alla Procura. L’allarme è scattato sin dalle prime ore del giorno.


«Si sono ammalati due specialisti che avrebbero dovuto subentrare in mattinata e nel pomeriggio e quelli di guardia, dopo la notte trascorsa in corsia, non se la sono sentita di continuare oltre: alle 9.30 si sono fatti refertare», dice il sindacalista Vittoriano L’Abbate per poi passare a spiegare i disagi a catena. Non restano, infatti, che due anestesisti («tra cui il primario») chiamati fino a sera a provvedere agli otto pazienti in rianimazione, ma anche a garantire il pronto soccorso ostetrico, le urgenze di chirurgia e quelle dei reparti, più gli eventuali trasferimenti. Considerata la situazione, viene sospeso all’ultimo minuto anche l’intervento per la frattura di femore che, secondo le linee guida del ministero della salute, andrebbe eseguito in tempi stretti. «Invece, l’anziano è ricoverato da più di una settimana», fa notare il sindacalista Uil, Carmine Ferruzzi. Ma, con questi numeri in organico, «da marzo - aggiunge L’Abbate - diventa impossibile garantire anche l’emergenza, rispettando le nuove regole europee sugli orari e i riposi compensativi».

Per carenza di personale, si contano già «oltre 100 interventi di elezione rinviati»: dal primo dicembre sono infatti bloccate le sedute operatorie programmate, con inevitabili ripercussioni su tempi e liste di attesa indicati dalla onlus Salute & Ambiente nella lettera inviata ai vertici della sanità campana, ma anche al ministro, al capo dello Stato e ai magistrati della Procura. Nel documento, il presidente dell’associazione, Angelo Ambrosino, con i volontari Elsa Fritzsching e Anna Aita, sottolinea quanto siano costose le degenze prolungate e i rischi dovuti «alla lunga attesa per chi necessita di intervento chirurgico, mentre i medici di tutti i reparti sono impossibilitati a svolgere a tempo pieno il lavoro per cui vengono pagati». Segue, dunque, la richiesta di «una immediata e definitiva soluzione», sollecitata più volte (l’ultima nota è di ieri) anche da sindacati e operatori e auspicata dagli stessi dirigenti sanitari.


L’Abbate suggerisce: «In attesa che si possa assumere tramite la graduatoria di mobilità o che si stipuli a una convenzione con altri ospedali, è necessario che si provveda reclutando gli specialisti ambulatoriali». Per Ferruzzi e i rappresentanti di Cisl, Uil, Usb e Nursing up, «non è più possibile rimandare». Loro lanciano un appello al governatore De Luca e al commissario Joseph Polimeni, mentre a protestare sono le donne seguite dall’ambulatorio di senologia e i residenti riuniti nel «Comitato di salvaguardia della sanità pubblica dell’area flegrea» annunciano un corteo il 27.
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Il Mattino