«Una persona è morta sotto i nostri occhi mentre noi non potevamo fare nulla perché qui non c’è un’unita di cardiologia o per la cura...
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Dopo l’episodio delle formiche la municipalità cerca giustizia per l’ospedale San Paolo. Sotto accusa è la gestione dell’ospedale che negli ultimi anni ha visto un avvicendamento di sei direttori. Una gestione che ha impedito alla municipalità di svolgere la conferenza stampa all’interno dell’ospedale a quanto pare a causa di una mancata comunicazione da parte dell’ente di via Acate. «Ci hanno detto che non sarà dismesso nonostante alcune unità siano state trasferite all’ospedale del Mare - spiega il presidente della decima municipalità Diego Civiltillo - Ma ormai le mancanze sono troppo e urge conoscere il piano ospedaliero che si vuole attuare».
Nella relazione stilata dai sindacati e giunta sulla scrivania della municipalità sono stati evidenziate in particolare alcune criticità che riguardano la ginecologia la sicurezza e la risonanza magnetica: «C’era la messa in opera lrm, erano stati individuati i locali ma poi destinati a magazzino, questo mette a rischio la risonanza magnetica che rischia di essere persa - ha spiegato - per quanto riguarda la sicurezza invece registriamo gravi carenze sulle vie di fuga, sui dispositivi antincendio e per l’accesso ai portatori di handicap, in ginecologia, invece, il servizio di fecondazione artificiale ha prodotto solo gravi perdite economiche. Non è mai partito, il reparto conta 14 posti letto, quelli occupati sono mediamente 11, con un organico di 18 ginecologi, 13 ostetriche 20 infermieri e una percentuale del parto cesareo che supera il 60 per cento».
Intanto dai sindacati arriva la denuncia: «Troppi infermieri che svolgono turni di mattina e pochi di notte - ha spiegato Lello Pavone responsabile del sindacato degli infermieri nursing-up - C’è stata una gestione clientelare che poi ha visto persone uscire dai reparti e finire in direzione sanitaria a non fare niente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino