Otello, la prima al teatro San Carlo: ​cinque minuti di applausi per Mattarella

Inno di Mameli, pubblico in piedi. E cinque minuti di applausi. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella viene accolto al San Carlo per la...

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Inno di Mameli, pubblico in piedi. E cinque minuti di applausi. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella viene accolto al San Carlo per la prima dell'Otello di Verdi, regia di Mario MartoneA ricevere il Capo dello Stato all'ingresso del teatro il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il prefetto Claudio Palomba e il sovrintendente del Massimo partenopeo, Stephane Lissner.

Intorno piume, scarpe oro, abiti-gioiello. Le donne indossano l'abito da sera. Ma Desdemona è in tuta mimetica: protagonista dell'opera rivisitata, si trasforma in soldatessa per l'inaugurazione "bis" della stagione. Scelta che divide e scatena reazioni nette: "buuuu", urlano i conservatori; "bravi" gli altri.

C'è un esercito occidentale in Medio Oriente, si vedono militari che scalpitano per fare carriera. Una scena decisamente diversa dall'esecuzione originale alla Scala, il 5 febbraio 1887. il trionfo prevedibile, già allora. "Perché musica e dramma si intrecciano e si stringono in indissolubili nodi", la sintesi senza tempo dell'opera. "Esultate",  "Innaffia l'ugola". e il duetto d'amore nel primo atto, "Credo in un dio crudel" e "Sì pel ciel marmoreo io giuro", ma anche "Dio mi potevi scagliar", la "Canzone del salice" e "Niun mi tema" ne sanciscono la fama. Con cantanti d'eccezione.

Jonas Kaufmann è il "moro" senza la faccia colorata di nero ("Non potrei  più e nemmeno vorrei più farlo", dice Martone). Il divo interpreta Otello (nelle recite del 21, 24, 28 novembre, 1 e 4 dicembre). Con Yusif Eyvazov (nelle recite del 7, 10 e 14 dicembre).

Ospite d'onore, Mattarella, che ha spinto ad anticipare l'ingresso alle 17 e non oltre le 1815. Gli stringe la mano e lo accompagna all'interno il  sindaco Manfredi, che guarda già oltre: "Per ora ci accontentiamo di una notte, ma Napoli deve essere capitale sempre". D'accordo il governatore De Luca. Nel palco reale, il presidente della Camera Roberto Fico (concentrato anche sulla partita del Napoli) siede pure il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi, il sottosegretario Enzo Amendola.

In platea la star è Toni Servillo, l'attore saluta l'ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset ("Sei un mito", gli dice): a Parigi è atteso il 7 dicembre per presentare il film candidati agli Oscar di Paolo Sorrentino. Habitué  i magistrati Federico Cafiero de Raho e Gioavanni Melillo, arriva pure l'amministratore delegato Rai Carlo Fuertes. E il parlamentare Gennaro Migliore senza più Maria Elena Boschi, invitata in rappresentanza del governo nella precedente inaugurazione pre-Covid. In balconata siedono invece cento studenti universitari e dei Conservatori, grazie ai sostenitori di Concerto d’imprese. E gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli impegnati come stagisti della nuova piattaforma “On” per un progetto di formazione sui mestieri digitali.

E al centro c'è lei, Desdemona in mimetica. Ma la condizione femminile è in parte immutata. "Il tempo che passa ci rivela che nessun progresso ferma la spinta brutale di troppi uomini nell'aggredire le donne che dicono di amare fino ad ammazzarle", è la riflessione di Martone. Attuale, attualissima. L'ultimo dramma della gelosia va in scena nelle stesse ore della prima, e non lontano, nel quartiere Vicaria. L'ex si presenta sotto casa, e il fratello della vittima designata chiama la polizia. Tra quattro giorni,  la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Forse, Desdemona oggi non è più passiva e fragile ma resiste", dice il direttore del San Carlo Stéphane Lissner. Sua la decisione di riportare Martone al San Carlo, dopo 15 anni, con Michele Mariotti sul podio alla guida di orchestra e il coro del teatro. Scene di Margherita Palli, costumi di Ortensia De Francesco, le luci di Pasquale Mari.

Completano il cast Alessandro Liberatore (Cassio), Matteo Mezzaro (Rodrigo), Emanuele Cordaro (Ludovico) Biagio Pizzuti (Montano), Manuela Custer (Emilia), Francesco Esposito (Un araldo). Il coro di voci bianche è guidato come sempre da Stefania Rinaldi. Lancio di rose quando cala il sipario. Applausi anche all'uscita del Capo dello Stato sotto i portici, fuori al teatro, dove gli spettatori si riparano dalla pioggia e, nel disastro trasporti, cercano disperatamente un taxi per tornare a casa. Anche questa è una battaglia.
 

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Il Mattino