Parco Verde, due campi dalla Regione per dare un calcio ai clan

Parco Verde, due campi dalla Regione per dare un calcio ai clan
Due buone notizie per il Parco Verde. La prima arriva dalla Regione che ha stanziato 100mila euro per la ristrutturazione di due campetti polifunzionali; la seconda riguarda la...

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Due buone notizie per il Parco Verde. La prima arriva dalla Regione che ha stanziato 100mila euro per la ristrutturazione di due campetti polifunzionali; la seconda riguarda la società civile del quartiere, che alza testa e voce e fonda il «Comitato per la liberazione della camorra a nord di Napoli», aperto a tutti i cittadini e alle associazioni del territorio.


Il comitato ha visto la luce nella chiesa di don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde, da anni in prima linea contro la camorra e la Terra dei Fuochi, apparso molto provato, al limite dello sconforto, dopo le pesanti dimostrazioni di forza dei clan, che in poco più di tre mesi hanno ostentato, come segno di potere, una maxi stesa con oltre trenta giovanissimi a bordo di moto di grossa cilindrata che hanno seminato il panico esplodendo qualche centinaia di colpi di arma da fuoco, un raid incendiario che ha distrutto i pulmini dell'associazione «L'Infanzia da Vivere», il barbaro omicidio di Antonio Natale, rapito, torturato, ucciso e poi seppellito in aperta campagna.

Promotori del comitato sono don Maurizio e il senatore Sandro Ruotolo. «Quando ho incontrato don Maurizio in parrocchia racconta Ruotolo mi è sembrato di rivivere lo stesso momento vissuto in un'altra chiesa, a Capo d'Orlando. Erano gli anni Novanta, quando in quella sacrestia i commercianti decisero di dare vita alla prima associazione anti-racket d'Italia, che ha fatto scuola. Anni dopo, in un'altra chiesa, a San Giovanni a Teduccio con il parroco don Gaetano, ho visto nascere un'altra associazione contro il racket. Ora tocca a Caivano, città mortificata dalla camorra, dove il peso della criminalità organizzata è molto forte. Il primo incontro con le associazioni è stato a porte chiuse. Ci siamo confrontati e abbiamo messo le basi per fondare il Comitato di liberazione dalla camorra. C'è la convinzione di dover rivendicare una serie di misure sul terreno della repressione ma soprattutto siamo convinti che occorra ridurre le diseguaglianze sociali. Oggi conclude Ruotolo - a Caivano abbiamo compiuto un primo passo. Presto ci presenteremo alle nostre comunità, convinti che società civile e istituzioni debbano confrontarsi per vincere finalmente questa sfida».

Chi invece non sta più nella pelle è Bruno Mazza, il deus ex machina dell'associazione «Un'infanzia da Vivere», che da oltre dieci anni toglie i ragazzini del Parco Verde dalla strada e dalle grinfie della camorra, li porta, anzi li portava con i due pulmini dati alle fiamme dalla camorra, fuori dal rione, al mare, nei musei. Quei ragazzini sono diventati piccole sentinelle dell'ambiente, puliscono ogni giorno le aiuole, facendo arrivare al trenta per cento la raccolta differenziata dell'intero Parco Verde. «Siamo felici dice Bruno Mazza mostrando un telex perché la Regione ha stanziato 100 mila euro per finanziare un nostro progetto che prevede il recupero di due campetti da calcio all'interno del Parco Verde. È un altro passo avanti per riempire il vuoto assoluto nel quale è costretta a vivere tutta l'infanzia del quartiere». Intanto procede a ritmo spedito la raccolta di fondi, che arrivano da tutta Italia, per l'acquisto di due pulmini da donare all'associazione.
 

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Il Mattino