Il parco Viviani è uno dei più importanti polmoni verdi della città. Aperto negli anni ’80, misura circa 20.000 mq. Oltre ad essere uno dei parchi...
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«Abbiamo denunciato questo scempio molte volte – tuonano i residenti – ma nessuno si è mai degnato nemmeno di ascoltarci. Evidentemente il Vomero ha più diritto di noi ad avere un parco pubblico, ma anche noi paghiamo le tasse e abbiamo diritto a vivere dignitosamente. Non solo i nostri figli non possono avere a disposizione un parco, ma siamo alle prese con una invasione di topi e blatte che proliferano tra la vegetazione che non viene curata da diversi anni».
I cancelli esterni del parco Viviani si sono trasformati in un enorme ricettacolo di rifiuti dove, di tanto in tanto, vengono sversate persino le carcasse dei numerosi scooter rapinati sul corso Vittorio Emanuele. A causa del proliferare degli insetti i residenti della zona sono costretti a mettere in pratica interventi di potatura “fai da te” per non vedersi invadere dai rami degli alberi che, nelle giornate di vento, ondeggiano pericolosamente.
«Questo parco è appannaggio della nostra Municipalità – spiega l’esponente del parlamentino di piazza Dante Enzo Angrisano – e di recente sono stati fatti copiosi investimenti per la messa in sicurezza delle alberature. Ho sposato appieno le rivendicazioni dei residenti del corso Vittorio Emanuele che si sentono penalizzati da una situazione che non si riesce a inquadrare da nessun punto di vista. Il problema – prosegue Angrisano – è che l’amministrazione ormai da diversi anni si mostra sorda di fronte ai problemi dei cittadini, specie per quanto riguarda la vivibilità».
Mentre i residenti del corso Vittorio Emanuele inscenavano una protesta simbolica per l’ennesima estate di tormento, sull’altro versante del parco Viviani si stava svolgendo una manifestazione artistica con musica, dj set e, soprattutto, con tanto di patrocinio della Municipalità.
«Noi delle feste e dei festini che si fanno nel parco subiamo solo i disagi – continuano ancora i residenti – con il frastuono che si propaga fino alle nostre abitazioni. Intanto alla sporcizia e ai rifiuti ingombranti che sono ormai spariti sotto la vegetazione incolta, si aggiunge il rischio di incendio che è sempre dietro l’angolo. Con una quantità di vegetazione come questa basta una sigaretta accesa per far scoppiare un incendio. E vista la conformazione di questa zona e la chiusura del parco i pompieri non potrebbero nemmeno venire a salvarci. Faremmo la fine dei topi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino